Sul comparto chimico italiano e internazionali si riverberano le tensioni dovute alle difficoltà di approvvigionamento e ai rincari generali lungo tutta la filiera. Lo denuncia UNPAC, l’associazione nazionale dei produttori di ausiliari conciari: “Nelle ultime settimane – si legge nella nota – si registra una carenza di importazioni dal Medio ed Estremo Oriente. La situazione è aggravata dall’aumento dei costi di trasporto, che provoca mutamenti negli scambi commerciali soprattutto nelle commodities, dove l’incidenza dei noli si fa sentire maggiormente”.
Rincari generali
Una delle principali preoccupazioni, come già visto per i trader statunitensi, è il costo dei trasporti. “In un recente studio pubblicato da Freightos Baltic Index – riporta UNPAC –, si legge che il caro container potrebbe causare un aumento del costo delle importazioni in Europa del 2,3%. Si stima che la rata di nolo per un container standard da 40 piedi trasportato via nave dall’Estremo Oriente all’Europa è passato dai 2.100 dollari di novembre 2020 ai 7.800 dollari di febbraio 2021”. Il problema non è prossimo alla risoluzione: “Si ritiene che l’attuale livello di noli – continua la nota – possa proseguire per tutto il primo e anche per il secondo trimestre dell’anno in corso”.
Il prezzo delle sostanze
Nel panorama si aggiungono, oltretutto, “l’apprezzamento del costo del petrolio”, quello delle “sostanze e degli intermedi”. I quali “sono poi utilizzati nei formulati chimici per i prodotti finali”. “Le materie prime non stanno subendo alcun deprezzamento – spiega l’associazione –. La domanda delle stesse è ancora in crescita a livello mondiale con conseguente aumento dei prezzi. A questa dinamica si aggiunge la politica di chi detiene, in alcuni casi in regime di monopolio o, peggio, di cartello tra competitors, la produzione di determinate e strategiche sostanze chimiche. Questi al momento non dichiarano l’intenzione di effettuare una diminuzione di prezzo”.
REACH e adempimenti
Le aziende chimiche, intanto, sostengono “gli adempimenti per analisi e registrazioni” previsti dal REACH. A questo si aggiungono “il regolamento CLP”, nonché la “tassa per vendere” (come la definisce UNPAC) “imposta da strutture private quali ZDHC in accordo con LWG”. Le quali vogliono “costose analisi e registrazioni degli ausiliari conciari sui vari portali”, “senza garanzie alcune di riscontri oggettivi metodologici”. Lo scenario, nel suo complesso, rende difficili “gli investimenti in tecnologia e ricerca di prodotto” da parte delle aziende chimiche. Si delineano al contrario, ammonisce UNPAC, “scenari di recessione e di mancanza di redditività per il comparto chimico-conciario”.
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