I prodotti D&G in appena 24 ore sono scomparsi dagli scaffali digitali di Tmall (gruppo Alibaba), di JD.com, di Suning, e ancora di Secoo, Vip.com, Yhd.com, NetEase Kaola e Ymatou. Stando a quanto batte l’ANSA, i principali portali di e-commerce della Repubblica Popolare, sia quelli dedicati al lusso che quelli generalisti, hanno deciso di escludere dalla propria offerta le creazioni degli stilisti Stefano Dolce e Domenico Gabbana. La mossa, o per meglio dire la vendetta, arriva ad appena un giorno di distanza dall’annullamento del mega-evento di Shanghai col quale la griffe avrebbe dovuto presentare la nuova collezione al popoloso e munifico pubblico cinese. Secondo AGI, la scelta degli e-tailer sarebbe imposta dai vertici politici del Paese. sui social di Pechino si fa riferimento a dichiarazioni dei dirigenti del Partito Comunista Cinese del tipo: “L’azienda che vuole solo fare soldi in Cina senza rispettare il popolo cinese, è condannata al fallimento”. Quello che sembrava un semplice, per quanto doloroso, incidente diplomatico, si sta rivelando un colpo gravissimo. Gli spot promozionali che (insieme alle proditorie dichiarazioni social dall’account – forse hackerato – di Stefano Gabbana) hanno indispettito il pubblico cinese, generando un black-out sul più importante mercato del lusso. L’onda lunga potrebbe travolgere l’intero retail internazionale della griffe: secondo WWD, anche il gruppo YNAP è intenzionato a ritirare l’offerta di prodotti D&G. (nell’immagine, il messaggio Instagram con cui Stefano Gabbana rinnega la paternità dei messaggi offensivi attribuitigli e denuncia l’hackeraggio del profilo)
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