Dunhill vince la sua battaglia contro la contraffazione in Cina. La maison inglese, di proprietà del gruppo svizzero Richemont, ha ottenuto un risarcimento di 10 milioni di yuan, pari a circa 1,5 milioni di dollari, dopo che il Tribunale popolare di Foshan, provincia del Guangdong, ha stabilito che le linee maschili griffate “Danhuoli” rappresentano una contraffazione e uno strumento di concorrenza sleale. “Una decisione determinante rispetto ai casi di contraffazione in Cina” commentano dall’azienda, soddisfatta per “una considerevole vittoria del nostro marchio”. Al centro della discussione in aula vi è stato l’utilizzo del logo caratteristico, con le linee allungate tipiche di Dunhill. L’azienda cinese avrebbe infatti depositato il proprio marchio rappresentato semplicemente dal nome, ma dopo alcuni anni avrebbe iniziato a utilizzare un lettering molto simile a quello della maison. Secondo quanto dichiarato da Dunhill, “la società di abbigliamento cinese avrebbe anche fondato una società cinese chiamata Dunhill Group con sede a Hong Kong dedicata alla gestione delle attività commerciali del marchio”, che nel corso di questi mesi sarebbe però già stata chiusa proprio in seguito alle denunce del brand britannico.
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