Acquistavano prodotti di lusso, tra cui capi d’abbigliamento e accessori, nelle boutique del Quadrilatero della Moda e negli outlet italiani. Si facevano rimborsare l’IVA, in quanto titolari di passaporto cinese, allo sportello di una società di tax refund per turisti extra UE all’aeroporto di Malpensa. Ma poi loro rimanevano in Italia, mentre i capi finivano sul cosiddetto mercato parallelo cinese. La Guardia di Finanza di Malpensa (Varese), nell’ambito di un’inchiesta coordinata dalla Procura di Busto Arsizio, ha denunciato 146 cittadini della Repubblica Popolare per frode sui rimborsi IVA. I cittadini cinesi, domiciliati in Italia, avrebbero evaso oltre 700.000 euro. Il sodalizio, cui sono stati sequestrati un’auto, cinture, scarpe, portafogli e capi d’abbigliamento griffati, rivendeva la merce attraverso applicazioni di messaggistica per il pubblico cinese. Gli investigatori stanno portando avanti approfondimenti di natura fiscale sul profitto illecito generato dalla truffa.
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