Le vendite in Cina di pelle, calzature e pelletteria nei primi 6 mesi del 2017 sono cresciute del 6,6% su base annua. Lo riporta CLIA (China Leather Industry Association), secondo la quale il giro d’affari nel primo semestre dell’anno in corso si è attestato a 103,5 miliardi di dollari (oltre 86 miliardi di euro). Un buon risultato sul mercato domestico che fa da contraltare al calo verticale del fatturato estero. Ancora secondo CLIA, nello stesso periodo l’export dell’area pelle di Pechino è calato dell’8,2%, per un valore complessivo di 38,4 miliardi di dollari (32 miliardi di euro). Lo scenario di una manifattura cinese che perde quote sul mercato globale è confermato anche dall’edizione 2017 del World Footwear Yearbook realizzato da APICCAPS, l’associazione portoghese dei calzaturieri e dei pellettieri. Nel 2016 la Repubblica Popolare è ancora leader, detenendo una quota di mercato mondiale delle calzature del 67,3%. Il trend, però, è calante. Nel 2010, quando era ai massimi livelli, Pechino deteneva il 73,7% del mercato, ma dal 2014 (rileva APICCAPS) perde terreno. A favore di chi? Non solo di concorrenti regionali, come Vietnam, Indonesia e Bangladesh, ma anche di filiere europee e nord- centro americana, come l’italiana, la portoghese e la messicana.
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