Alta tensione in Argentina. La conceria Curtume CBR ha annunciato la chiusura temporanea. L’attività dovrebbe riprendere ad agosto e i vertici societari avrebbero dato rassicurazioni sul pagamento dei salari di luglio. Tuttavia, gli 850 lavoratori temono per il proprio futuro.
Alta tensione in Argentina
Curtume CBR ha chiuso da ieri, mercoledì 1° luglio 2020, fino ai primi di agosto. In questo periodo i lavoratori dovrebbero percepire uno stipendio ridotto, pari all’80% della normale retribuzione. Ma le rassicurazioni dei vertici societari non sembrano tranquillizzare i dipendenti. Parlando a Radio Fenix, il segretario generale del sindacato dei conciatori (SECALAR), Federico Zalazar, ha detto di non sapere “per quanto tempo l’azienda riuscirà a sostenere il pagamento dei salari senza produrre”. “Non ci sono ordini per ora e quelli che si stavano preparando sono andati persi – continua il sindacalista -. La previsione è, però, che la situazione migliori in agosto”.
Timore bancarotta
Zalazar ha inoltre affermato che sindacato e lavoratori avrebbero intrapreso “alcune misure per garantire la riscossione degli arretrati nel caso in cui la società fallisca”. Lo stesso sindacalista ha chiarito che la situazione di Curtume CBR non presenterebbe elementi che possano portare a pensare a una possibile crisi profonda. Ma mettono le mani avanti: “Siccome “qualcosa di simile ci è successo in altre occasioni, abbiamo preso alcune misure per garantire la riscossione del risarcimento nel caso in cui la società dovesse fallire”. La soluzione, come riporta il portale della radio argentina, sarebbe quella di creare gruppi di lavoro più piccoli.
Tutto bloccato
I problemi dell’azienda sono cominciati quando, a causa di CRV, buona parte delle pelli pronte per essere spedite sono state fermate in dogana. L’azienda esporta il 98% della produzione, il 60% della quale verso la Cina. A marzo avrebbe avuto 30 container fermi e, quindi, non pagati.
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