A metà gennaio, una rappresentanza di conciatori e manifatturieri argentini della pelle ha incontrato il direttore del gabinetto ministeriale per l’Industria, Jorge Capitanich. Il funzionario ha annunciato la creazione di una norma che prevede il temporaneo blocco delle esportazioni di grezzo e semilavorato per venire incontro alle loro richieste, datate ormai un paio d’anni. Gli imprenditori locali lamentano la necessità di approvvigionarsi all’estero, per carenza di pelli disponibili all’interno, pagando costi superiori e finendo fuori mercato rispetto alla concorrenza. La notizia ha subito suscitato la protesta degli allevatori e dei macellatori, a cui i conciatori pagano prezzi inferiori rispetto a quelli che sono riconosciuti dal mercato internazionale tramite i raccoglitori locali di pelli. Il ministro per l’Industria, Débora Giorgi (nella foto), ha replicato che il bando all’export intende risollevare l’area pelle e ha menzionato un dato a supporto: il valore dei prodotti in pelle argentini nel 2007 era di 140 milioni di dollari, ma è crollato a 34 milioni nel 2013. (pt)
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