Curtume CBR conta di poter crescere, nei livelli produttivi e nella pianta organica, malgrado il contesto globale di bassa domanda. Dall’azienda argentina, con sede a Chilecito (provincia de La Rioja), arrivano segnali positivi in un periodo nel quale la manifattura argentina, lungo tutta la filiera della pelle, soffre di una congiuntura che, con un eufemismo, definiamo critica.
La cronaca
L’ottimismo di Curtume CBR, riportato dalla testata Nueva Rioja, trapela a capo di un incontro in azienda con i candidati alla Camera. L’impianto ora impiega 820 addetti per una produzione rivolta per l’80% all’export. Malgrado il contesto di bassa domanda, dicevamo, Curtume CBR si sarebbe detto protagonista di una fase di progressiva crescita che può portare a volumi produttivi di “6.000 pelli al giorno”, risultato che significherebbe nuove assunzioni. La conceria, e qui veniamo alla crisi argentina, si augura la rivitalizzazione del calzaturiero nazionale, dal momento che le vendite sono per la maggior parte rivolte alla Cina.
Lo scenario
Sono anni, in parte per lo “choc liberista” del governo Macri, ma anche per lo scenario internazionale, che la filiera argentina della pelle è in sofferenza.. Mentre l’industria zootecnica invoca la piena (e celere) possibilità di export per la materia prima conciaria, la manifattura, specie la scarpa, si ridimensiona sia nel numero delle aziende attive, che negli addetti, che nell’export.
Foto da account Facebook dell’azienda
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