I dazi restano? E allora il governo argentino aiuti le PMI. Lo chiedono i rappresentanti della filiera della pelle riuniti in CAME (Confederación Argentina de la Mediana Empresa). Al centro della discussione le imposte sull’export della materia prima conciaria, sospese nel pieno della prima ondata di Coronavirus per evitare che si ingolfasse il settore zootecnico. Procedono, nel frattempo, i lavori di costruzione del nuovo parco industriale di Lanús, dove sorgeranno piccole e medie concerie.
Il governo aiuti le PMI
“Durante l’esportazione, viene aggiunto valore al prodotto nazionale. Lo vendiamo all’estero, promuovendo la visibilità dei nostri stessi produttori e facendo entrare valuta estera. Rafforziamo così la nostra economia”. Lo scrivono il presidente di CAME, Gerardo Diaz Beltran, e il suo segretario, Camilo Alberto Kahale, nella lettera al presidente argentino Alberto Fernández e al ministro Luis Basterra. La richiesta dell’organizzazione è fissare imposte sulle esportazioni a valori pre-Covid per le piccole e medie aziende che utilizzano la pelle come materia prima.
Lavori in corso
Nei giorni scorsi, intanto, il sindaco di Lanús, Néstor Grindetti, ha incontrato il capo di ACUMAR, Martín Sabbatella, per una visita al cantiere del nuovo PIC (Parque Industrial Curtidor, nella foto). Come riporta lanoticiaweb.com.ar, i lavori di costruzione del polo conciario hanno raggiunto il 75%. Nei suoi 23 lotti ospiterà circa 60 aziende. Mentre i lavori per l’impianto industriale per il trattamento degli effluenti sono al 20% e dovrebbero terminare nell’agosto 2022. Questo impianto sarà in grado di depurare 8.000 metri cubi di acque al giorno, evitando così lo sversamento dei reflui nel fiume Riachuelo. (art)
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