La constatazione è semplice: la zona di Malargüe (provincia di Mendoza, nella regione sub-andina dell’Argentina) è ricca di materia prima conciaria, di fatto inutilizzata. La reazione, quindi, è altrettanto semplice: spingere per la formazione di una filiera della pelle, compresa la manifattura di prodotti finiti, che trasformi uno spreco in una opportunità. È il cuore del Proyecto Trelke, iniziativa lanciata da Alejandro San Martín, operatore che, dopo aver lavorato nel cluster conciario nel nord dell’Argentina, vuole ora replicare il modello di business nella sua natia Malargüe.
Le fasi del progetto
Come raccontano gli stessi canali di comunicazione dell’amministrazione malarguina, San Martín sta lentamente, ma efficacemente, portando avanti il suo piano. Proyecto Trelke ha di recente ottenuto ospitalità presso il locale incubatore d’impresa e il sostegno dal Direttorato alle Politiche Sociali. Quella che ambisce a diventare una cooperativa di lavoratori, al momento è ancora un’iniziativa familiare. Proyecto Trelke, che prevede la concia al vegetale con tannino di quebracho, organizza corsi di formazione sia in città che nelle aree rurali (ma, lamenta San Martín, si registra un alto tasso di “dispersione scolastica”), mentre sono in corso dialoghi con allevatori e macelli per accrescere anche in loro la cultura della pelle. Come? Cominciandola a difendere, ad esempio, mettendola sotto sale subito dopo lo scortico. L’obiettivo finale, si diceva, è allestire una filiera in house in grado di seguire l’intero processo di lavorazione della pelle, dalla materia prima al prodotto finito.
Immagini da malargue.gov.ar