“Siamo tutti uniti sullo stesso problema: comunicare la pelle”. È questa la chiave sulla quale UNIC – Concerie Italiane intende investire. Lo ha annunciato il presidente Gianni Russo, in occasione dell’Assemblea Annuale questa mattina all’Università Bocconi di Milano, e lo hanno ribadito i vice presidenti, coinvolti in un dibattito condotto dalla giornalista Maria Concetta Mattei. “Il nostro errore spesso è pensare che il mondo finisca con i nostri clienti – ha commentato Piero Rosati (Conceria Incas) – quando in realtà la nostra comunicazione dovrebbe arrivare al consumatore finale. Questa è la madre di tutte le battaglie: far capire la circolarità del prodotto in pelle”. “Le isole di pelle non ci sono, ci sono isole di plastica – ha rincarato la dose Graziano Balducci (Conceria Antiba) -. Forse non siamo capaci di raccontare la verità. La nostra verità sulla pelle parte dalla preistoria”.
Reagire alle difficoltà
Alla concia italiana servono ottimismo e concretezza. Soprattutto in un momento di generalizzata difficoltà congiunturale come quello attuale. “Dire che siamo in crisi non serve a nulla – ha aggiunto Rino Mastrotto (Rino Mastrotto Group) -. Non dobbiamo aver paura che il mercato possa sostituire la pelle. Adesso dobbiamo stringere la produzione e migliorarla per avere nuove occasioni di consolidamento e tornare a crescere”.
Pelle vs sintetico
Il mercato sta cambiando, i prodotti sintetici si fanno strada anche grazie a tendenze moda che favoriscono lo streetwear: “Per fortuna abbiamo clienti che credono ancora nell’eccellenza, nell’artigianato, del prodotto fatto in maniera sartoriale” ha esortato Alessandro Iliprandi (Conceria Bonaudo). I cambiamenti vanno accolti, come nel caso del trend imperante delle sneaker che, ricorda Gianni Russo, “non è nemica della pelle. Porta anche volumi alla conceria. Dobbiamo concentrarci sul parlare di pelle e del suo valore”.
Foto La Conceria
