Acquisizioni, che danno la misura di come la filiera si stia ricomponendo. Preoccupazioni (che purtroppo non sono finite) sia sul retail che sulla catena del valore. Dibattito, ancora, sull’identità del lusso. E sulle prospettive degli eventi: il phygital ci basta? Sono le direttrici della Fase 3 della filiera pelle. Sono le reazioni del fashion industry da quando, ai primi di giugno, l’Italia è entrata in una nuova formula di gestione della pandemia. Dopo le restrizioni severe del lockdown e il parziale ammorbidimento della Fase 2, lo Stivale si confronta con una sorta (nei limiti del possibile) di ritorno alla normalità.
La Fase 3 della filiera pelle
Le acquisizioni, dicevamo. Di alcune, è il caso di Moreschi, si tratta di movimenti già definiti, ma resi noti solo a luglio. Altre, come l’ingresso di Rino Mastrotto Group nel capitale di Nuova Osba, o quello di Chanel in Gaiera, sono novità.
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La filiera
I casi appena visti non riguardano solo le concerie. Il sommovimento, d’altronde, riguarda l’intera filiera, chiamata a rispondere all’onda d’urto di Covid-19. Da un lato gli addetti ai lavori temono le ripercussioni potenzialmente fatali della pandemia. Dall’altro osservano i decreti del governo italiano, alla ricerca degli strumenti per reagire alla crisi.
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Moda e retail
Da quando Armani ha aperto il dibattito dalle colonne di WWD, il lusso non ha mai smesso di interrogarsi sulla propria identità. Di fronte alla pandemia deve riscoprirsi più esclusivo, ma per questo anche meno produttivo (nel senso letterale), o confermarsi ancora espansivo? Le strategie di marketing sono strettamente connesse a quelle di distribuzione. E, se una cosa sembra certa, è che il retail fisico è destinato a una forte riduzione.
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Gli eventi
A giugno e luglio non si sono tenuti eventi fieristici: il social distancing è ancora un dovere. Questi, però, sono stati sostituiti da piattaforme digitali. In maniera simile, le fashion week hanno rinunciato ai propri riti, optando per soluzioni ibride. È il dilemma del momento: il phygital (termine coniato da Zegna) può bastare alla moda? Gucci, visto l’engagement ottenuto con il suo Epilogue di 12 ore in streaming, in questo momento, forse, potrebbe rispondere “sì”.
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