Braccio di ferro sul salario minimo: scioperi a Savar

Braccio di ferro sul salario minimo: scioperi a Savar

Bangladesh, braccio di ferro tra operai e conciatori. I primi scioperano perché vogliono che sia applicato il nuovo minimo salariale. Ma dal 21 novembre i titolari delle aziende rimandano la questione, sostenendo che l’aumento è insostenibile: potrebbe provocare la chiusura della maggior parte delle attività.

Il braccio di ferro

In questi giorni i lavoratori di diverse concerie della zona industriale di Savar stanno scioperando. Chiedono l’immediata applicazione del salario minimo deciso dal governo. E sostengono che in altri settori i salari minimi sono stati correttamente e tempestivamente applicati dopo l’approvazione dello scorso 21 novembre. I proprietari delle concerie, invece, ne stanno ritardando l’applicazione. I lavoratori hanno intenzione di passare ad azioni più forti se le loro richieste non saranno soddisfatte.

 

 

La nuova legge

Il salario minimo approvato dal governo locale è di 18.000 taka (poco più di 140 euro). Mentre gli stipendi attuali vanno da 8.000 a 10.000 taka (da 60 a 80 euro circa). “Una cifra insufficiente per mandare avanti una famiglia”, lamentano i lavoratori al The Business Standard. Tuttavia, i proprietari delle concerie affermano che il nuovo salario non è applicabile alle attuali condizioni economiche. Mozibur Rahman, presidente del Leather Industry Development Committee (LIDC), che rappresenta alcuni conciatori, avverte: “Implementare questo salario minimo è impossibile. Se ci proviamo, tutte le concerie dovranno chiudere“. Organizzazioni sindacali e associazioni imprenditoriali sperano di arrivare ad un accordo. (mv)

Foto da The Business Standard

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