Brasile, la pelle e le scarpe: primo semestre in chiaroscuro

Brasile, la pelle e le scarpe: primo semestre in chiaroscuro

Primo semestre 2021 in chiaroscuro per l’export brasiliano di calzature e pellami. La calzatura torna ai livelli prepandemici del 2019 per le paia esportate, ma resta al di sotto del 19% per quanto riguarda il fatturato. L’export di pelle, invece, supera i livelli del 2019 in valore (+7,4%, trainato da Cina e Vietnam), ma non in quantità. L’Italia aumenta considerevolmente l’export di scarpe verso il Brasile, ma non incrementa gli acquisti dal paese sudamericano: né di scarpe e né di pelle.

Brasile, le scarpe

Secondo i dati elaborati da Abicalçados, nel primo semestre 2021 le esportazioni di calzature sono state pari a 389 milioni di dollari, generate dalla vendita di 57 milioni di paia. In altre parole, un incremento del 17,7% in valore e del 32,3% in volume rispetto allo stesso periodo del 2020. Rispetto al 2019, però, si registrano diminuzioni del 19% nei ricavi e dello 0,3% per i volumi. Il CEO di Abicalçados, Haroldo Ferreira, sottolinea che, sebbene vi sia il segnale di una sensibile ripresa delle spedizioni, il settore potrebbe chiudere il 2021 a livelli inferiori a quelli registrati nel 2019. Nel rapporto commerciale con l’Italia, sempre nel primo semestre 2021, sono arrivati dal Brasile 1,13 milioni di paia (+0,7% sul 2020) per un fatturato di 6,5 milioni di dollari (+5,7% sul 2020). Da parte sua, il Paese sudamericano ha comprato 103.000 paia di scarpe italiane per un valore di 12,3 milioni di dollari: +35,6% in quantità, +56,3% in valore.

 

 

Brasile, la pelle

Nel settore dei pellami, la prima metà dell’anno si è conclusa con un totale di 679,5 milioni di dollari esportati (+51% sul 2020) e di 91,4 milioni di metri quadrati (+17,4%). Secondo CICB e ApexBrasil c’è stato un lieve miglioramento dell’export per le pelli destinate all’arredamento, un aumento per la calzatura e una ripresa dell’automotive. L’Italia è il secondo Paese di destinazione, grazie all’acquisto di wet blue che pesa quasi due terzi del totale. La conceria italiana ha incrementato i suoi acquisti del 57,5% in valore rispetto all’analogo periodo del 2020, pur restando al di sotto dei livelli 2019. In calo del 3,2%, invece, i volumi. (mv)

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