Sembrava nel 2024 una piacevole eccezione: in un contesto di generale frenata, la pelle brasiliana segnava risultati positivi. A essere precisi, una prima avvisaglia si era vista nei risultati di dicembre, quando l’export conciario del Paese era in area positiva per la superficie (+7%), ma non in valore (-5,8%). Stando ai dati di SECEX elaborati dall’associazione nazionale della concia CICB, nel primo trimestre del 2025 il fatturato estero (298,8 milioni di dollari) si attesta al -4,3% su base annua, mentre si registrano aumenti in superficie (8,2%) e peso (25,3%). Segno del fatto che si spediscono all’estero materiali dal valore aggiunto minore, come testimonia l’exploit delle pelli sotto sale verso la Nigeria.
I trend dell’export conciario brasiliano
A marzo, racconta CICB, l’export in valore si offre a una duplice lettura: coi suoi 103,1 milioni di dollari, vale il -5,8% su base annua, ma un confortante +5,4% sul febbraio appena trascorso. Di converso, i risultati in volume e superficie sono negativi se comparati al mese precedente (rispettivamente, del -2,9% e -1,8%), ma in crescita sul 2024 (+1,5% e +16,2%). I risultati sono, giocoforza, condizionati dalle attitudini d’acquisto dei principali partner commerciali. “Cina e Italia hanno ridotto le quote di acquisto di pelle brasiliana, con un impatto negativo sugli indici di valore e volume, pur mantenendo dati positivi per l’anno – si legge nel documento di CICB –. D’altra parte, gli Stati Uniti hanno migliorato i loro indicatori, pur rimanendo su livelli negativi per le importazioni dal Brasile”. Tra le curiosità spicca la Norvegia che “nel trimestre mostra la crescita maggiore: +46% in valore e +44,7% in superficie”.
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