Boris Johnson succede a Theresa May alla guida del Partito Conservatore inglese e alla carica di premier. Sarà lui, già esponente di spicco dell’area dura dei Tories, a guidare il Regno Unito verso la Brexit. Johnson ha già messo in chiaro le proprie idee: come riporta l’agenzia ANSA, il nuovo premier si pone l’obiettivo di portare il Paese fuori dall’Unione Europea entro il prossimo 31 ottobre.
Le attese della pelle
“Con o senza accordo, abbiamo bisogno di una soluzione certa a questa querelle, iniziata nel giugno 2016”. È l’opinione di un manager di uno dei principali player dell’area pelle britannica. A più di tre anni dal referendum su Brexit, il succo del suo ragionamento, non è più tanto prioritario decidere se convenga di più un’uscita con o senza Deal, ma l’ottenimento di un quadro stabile delle relazioni commerciali di Londra con i Paesi europei. È questo che serve con urgenza ad aziende fortemente internazionalizzate.
E Boris la pelle la conosce
Quando era ancora sindaco di Londra, tra il 2014 e il 2015, Boris Johnson ha visitato a più riprese l’Università di Northampton, occasione per conoscere anche le attività dell’ICLT (Institute of Creative Leather Technologies) e incontrare esponenti della filiera (Tusting Leathergoods e Pittards tra gli altri). In una occasione, ricorda su Twitter Karl Flowers, Johnson ha presenziato a una lezione sugli high performance automotive dyes. “È stata un’esperienza fantastica e mi è piaciuto dialogare con gli studenti – è il commento che Johnson ha affidato al portale dell’università –. Sono davvero riconoscente con i ragazzi che hanno interrotto i loro doveri ordinari per parlarmi delle loro capacità nella produzione della pelle e per avermi mostrato come si produce pelle bovina”.
Foto dal portale dell’università di Northampton e dall’account Twitter di Karl Flowers