A Kanpur si spegne la luce. L’Uttar Pradesh Pollution Control Board (UPPCB) ha ordinato ieri l’interruzione di alimentazione elettrica per tutte le 225 concerie del distretto, a cui è stato anche imposto l’obbligo di consegnare una certificazione che attesti l’indisponibilità di energia entro le 16 di sabato. La notizia dello stop alla corrente ha sconvolto gli imprenditori, che attraverso i media locali hanno spiegato di non essere stati informati di quanto sarebbe avvenuto né dei motivi che hanno portato alla decisione. La disposizione rappresenta una nuova tegola per il settore, le cui industrie sono state chiuse lo scorso novembre allo scopo – dichiarato dal governo – di risanare le acque degli affluenti del Gange in vista del Kumbh Mela, la cerimonia sacra degli indù. Nonostante l’evento si sia svolto lo scorso 4 marzo, le concerie restano ancora chiuse. Dalle pagine di aninews.in, l’imprenditore Manoj Gupta, titolare di una conceria, spiega che non solo “non sappiamo quando potremo riaprire” ma anche che “i lavoratori giunti dai villaggi stanno tornando nelle campagne perché qui ormai non trovano lavoro”. Nel frattempo, i clienti delle concerie indiane, necessitando di materia prima, hanno iniziato a rivolgersi ai Paesi vicini, soprattutto Pakistan, Bangladesh e Vietnam. Le ricadute indirette di questa complessa situazione iniziano a farsi pesantemente sentire anche sui macelli, con quelli delle città di Aligarh e Unnao costretti a veder marcire le pelli nei magazzini, mentre i calzaturifici hanno iniziato a utilizzare praticamente solo materiale sintetico importato dalla Cina.
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