Clia, associazione dell’area pelle cinese, comunica che nei primi cinque mesi dell’anno la produzione conciaria interna è in linea con quella dello stesso periodo 2013. In totale, tra gennaio e maggio, le concerie operanti in Cina hanno trasformato poco più di 230 milioni di mq di pelli, con una flessione contenuta allo 0,8%. Il dato smentisce i timori su un calo più consistente da parte della conceria cinese a seguito della chiusura di molte ditte nella provincia nord-orientale dello Hebei, provvedimento preso dalle autorità locali per il mancato rispetto delle nuove regole anti-inquinamento. Qualche giorno fa era giunta la conferma di una trasformazione in atto nel mondo della concia, che sta riducendo le importazioni di pelli grezze per incentivare la produzione a partire dal wet blue, che crea meno problemi di inquinamento idrico. Il presidente di Clia, Su Chaoying, ha dichiarato che la produzione conciaria cinese dovrebbe rimanere stabile nei prossimi anni. Secondo Chaoying, inoltre, le concerie dovranno rispettare le norme anti-inquinamento e per questo saranno spinte ad adottare le più moderne tecnologie di lavorazione, il che garantirà una maggior qualità delle pelli “made in China” a prescindere dalla quantità prodotta. (ap)
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