Non c’è pace per Wuji, il distretto conciario nell’area di Shijiazhuang. Il Covid non allenta la sua morsa e le politiche cinesi su questo fronte sono molto rigide: dal 9 novembre è scattato nuovamente il lockdown, dalla durata prevista di tre giorni. Ma con il timore che possa prolungarsi oltre.
Il distretto conciario di Wuji
Era già successo nel 2021 e la questione si ripropone oggi, in giorni cruciali della stagione conciaria per un distretto che non può fermarsi. È un momento delicato per la concia cinese, sottolinea the Sauer Report, perché da un lato c’è molta cautela nell’acquisto da parte dei conciatori. Mentre altri ritengono che i prezzi, soprattutto nel mercato statunitense, siano destinati a scendere e quindi aspettano l’eventuale beneficio.
Cosa c’è da considerare
Ma c’è anche un altro dato da considerare: l’attività di esportazione di pelli finite non è buona, e molti conciatori tagliano le previsioni di volumi di vendita per questo inverno. Il raggio di sole in questa situazione critica arriva dalla produzione automobilistica nazionale, e quindi da un prevedibile aumento della richiesta di pelli finite per l’automotive. Ora la partita del rilancio della concia cinese sui mercati si sposta sul fronte dei mercati internazionali: il cambio nei confronti del dollaro potrebbe giocare a favore. Ma senza la revisione della politica zero Covid la produzione continuerà a risentirne. (aa)
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