Concia e accessori della Colombia soffrono. Produzione, vendite e occupazione hanno registrato nel 2019 risultati in calo, mentre il resto dell’industria nazionale cresceva a una media del 3,3%. Come racconta dinero.com, le concerie hanno chiuso l’anno peggio di chiunque altro. Come conseguenza anche il calzaturiero sta subendo un duro contraccolpo ai suoi fatturati.
Concia e accessori soffrono
Stando ai dati riportati dal portale di informazione colombiano, il settore concia ha chiuso il 2019 con vendite in calo del 22% e occupazione in discesa dell’8% rispetto all’anno precedente. I numeri si riflettono sull’intera filiera. Le aziende del calzaturiero per esempio hanno prodotto il 6,9% in meno di scarpe, hanno incassato il 2,7% in meno e hanno visto scendere l’occupazione del 7,7%.
Esportazioni
Tra il 2018 e il 2019 il fatturato estero delle concerie è passato da 11 a 9,6 milioni di dollari. E della merce venduta cresce la quota di wet blue, quindi un semilavorato dal minor valore aggiunto. Le vendite di articoli di pelletteria sono invece passate da 97 a 82 milioni di dollari nello stesso arco temporale. Le difficoltà, secondo quanto dichiarato dal presidente di ACICAM Luis Gustavo Flórez a dinero.com, sarebbero dovute “a un calo generale sui mercati internazionali del prezzo della pelle, oggi sostituita in molti casi da materiali sintetici e tessili”. Allo stesso tempo la svalutazione del Peso potrebbe essere un incentivo alle esportazioni, ma il problema è che per il processo di concia servono prodotti chimici da acquistare in dollari.
Concorrenza sleale
Secondo Flórez il calzaturiero soffre di un problema specifico. Si tratta delle importazioni illegali. Nei porti colombiani arriverebbero calzature contraffatte. Stando a quanto riporta il portale colombiano, le autorità stimano che ogni anno entrerebbero nel Paese con queste modalità circa 9 milioni di paia di scarpe. Calzature poi rivendute anche dai negozi regolari. Complessivamente in Colombia sono vendute ogni anno circa 105 milioni di scarpe di cui la metà è prodotta all’interno del Paese. (art)
Leggi anche: