L’autorizzazione al versamento delle acque reflue c’era, datata 2015. Il problema è che la conceria di Villapinzòn (dipartimento di Cundinamarca) scaricava i reflui di lavorazione direttamente nel Rio Bogotà, senza sottoporli prima ai trattamenti necessari, mettendo “a repentaglio le acque del fiume, l’ecosistema collegato e la stessa salute dei residenti della zona”, si legge sulla stampa locale. Per questo all’azienda è stata comminata un’ammenda da 531 milioni di peso colombiani, cioè al cambio attuale circa 146.000 euro. Nell’ambito della stessa operazione di sicurezza le autorità del dipartimento di Cundinamarca hanno apposto i sigilli complessivamente a 23 concerie nei comuni di Villapinzòn e di Chocontà. (foto da car.gov.co)
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