Un anniversario che ha il sapore di una rinascita. Conceria Incas (INiziative Conciarie ASsociate) di Castelfranco di Sotto festeggia 50 anni di attività e rinnova il suo messaggio green e il suo approccio d’avanguardia nell’innovazione tecnologica e nella ricerca di soluzioni produttive ecosostenibili. “L’azienda si proietta nel futuro con i piedi ben ancorati a una solidissima tradizione”, spiega Piero Rosati, che amministra l’azienda insieme a Filippo Rovini, Nicolò e Iacopo Ceccatelli, Annalisa Rosati.
50 anni di ricerca e innovazione
“Guardiamo avanti – continua Rosati -, forti di una storia che per vocazione ha sempre cercato di anticipare i tempi in un percorso verso la sostenibilità ambientale e sociale, producendo pellami di alto valore esportati in oltre 30 Paesi. Questo cammino è sempre stato parte del nostro DNA. È iniziato quando la filosofia green non era ancora di moda. Incas cerca di dare un riscontro oggettivo e significativo al concetto di sostenibilità”.
La storia
INCAS nasce nel 1972, all’interno di una più grande aggregazione aziendale che arrivò a contare fino a 14 concerie. Nel 1979 nasce un nuovo stabilimento di concezione “modernissima” per l’epoca. In altre parole, uno spazio capace di accogliere l’intero ciclo di lavorazione, un impianto di depurazione a piè di fabbrica e un nuovo impianto consortile nel comune di insediamento (il primo in zona ad adottare la depurazione biologica). Una conceria avveniristica dove Incas inizia a produrre dal 1982, “dotandosi da subito e per prima di impianti per il recupero del cromo e dei bagni di calcinazione”. E, anche, di “un reparto a umido totalmente automatizzato, aggiornato nel tempo con una continua evoluzione digitale”.
20.000 metri quadrati e 200 addetti
Nel 2002 avviene un’ulteriore espansione con la costruzione di un nuovo immobile adiacente alla proprietà, che permette a Incas di raggiungere le dimensioni attuali. Circa 20.000 metri quadri di superficie, quasi 200 addetti, 40 bottali e una capacità produttiva da 1 milione e 400.000 piedi di pellame finito al mese. La produzione è suddivisa tra 3 brand cui corrispondono altrettante divisioni aziendali: Incas, Italtan e Il Veliero. Destinazioni comuni: calzatura, pelletteria e abbigliamento.
Certificazioni e riconoscimenti
Sono tante le certificazioni che Incas ha raccolto nel tempo negli ambiti della sostenibilità, in materia ambientale, sociale ed economica. È la prima conceria in Italia a conseguire l’attestazione di sostenibilità ICEC. E la prima in Europa ad aver ottenuto nel 2007 la registrazione Emas. L’azienda vanta fin dal 2000 anche le certificazioni ISO 9001 per la gestione qualità e dal 2006 la ISO 14001 per la gestione ambientale. Nel 2008, invece, è stata la prima conceria a poter esibire la certificazione “100% made in Italy”, che garantisce l’esecuzione dell’intero ciclo produttivo nei propri stabilimenti in Italia, partendo dalla pelle grezza.
Life I’m Tan
Recentemente Incas ha avviato il progetto Life I’m Tan, finanziato dalla UE, per la realizzazione di una pelle al vegetale a basso impatto ambientale, che a fine ciclo può essere recuperata come fertilizzante organico. “Abbiamo investito su una linea di concia organica vegetale ecosostenibile, Leather 40075, interamente certificata, che sta avendo un grande successo”, in linea con le esigenze di sostenibilità del mercato, racconta Rosati.
La congiuntura
“Confidiamo in una forte ripresa del nostro settore che deve ritornare ai livelli pre-Covid – conclude Rosati – perché riteniamo che rappresenti un’eccellenza nel sistema produttivo mondiale. Purtroppo, venti di guerra stanno soffiando sul mondo e, in particolar modo sul nostro settore, che vedeva nel mercato dell’Est un forte motore di ripresa. Speriamo che la situazione possa al più presto trovare una soluzione, in primis per chi ne è direttamente coinvolto”.
Nella foto, lo stand Incas a Lineapelle 99
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