Nel terzo trimestre 2021 la concia italiana ha ottenuto risultati positivi nel comparto delle pelli bovine: +14% per le medio-grandi e +24% per le piccole. Allargando lo sguardo al bilancio dei nove mesi, la performance è rispettivamente del +25% e +22%. Non sono andate altrettanto bene le ovi-caprine italiane, che hanno chiuso il terzo trimestre al -6% e il periodo gennaio-settembre al -8%. La nota congiunturale del Servizio Economico di Lineapelle ricorda che i risultati vanno letti tenendo conto di come la pandemia ha condizionato nel 2020 le attività dell’industria conciaria. E che, per quanto riguarda il segmento ovi-caprino, le difficoltà italiane si accompagnano a quelle dei “principali produttori europei che extra-UE”.
Il terzo trimestre 2021 su scala internazionale
Il report di Lineapelle fotografa per l’Europa uno scenario frastagliato. Il bilancio dei nove mesi vede trend trasversalmente positivi. Ma, anche, nel periodo luglio-settembre, qualche segno di rallentamento, come nel caso del -22% dell’Austria e del -3% della Germania nelle bovine medio-grandi. Similmente, allargando lo sguardo su scala globale, la variazione percentuale del business delle bovine reca il segno più in molti casi (come quelli di Cina, Brasile e India). Soffrono, invece, le ovi-caprine di India, Turchia e Pakistan.
Uno sguardo a monte e a valle
A proposti degli indici di quotazione delle pelli grezze e semilavorate, dal Servizio Economico di Lineapelle notano “una tendenza prevalentemente rialzista anche nel terzo trimestre dell’anno”, seppur a fronte di “limitate eccezioni”. Dopo una stagione di “decisi aumenti”, l’indice medio di prezzo delle bovine wet-blue “è apparso invece sostanzialmente stabile”. Guardando ai settori di destinazione, la produzione calzaturiera nei primi 9 mesi dell’anno fa +11% in Europa (+13% in Italia) e +22% in Cina. La pelletteria registra nello stesso periodo risultati ancora più lusinghieri in Europa (+28%, come in Italia), mentre +19% nella Repubblica Popolare.
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