Cinque input per un ecosistema della moda veramente green. Li propone Cotance, al fianco delle organizzazioni europee che rappresentano il tessile, l’abbigliamento e la calzatura. Il teamwork ha elaborato una strategia che definisce il percorso di transizione da un modello di business lineare a uno circolare. Se da una parte gli operatori del settore tracciano la rotta da seguire, dall’altro avanzano richieste specifiche ai governi nazionali per favorire questa evoluzione e preparare il terreno per il nuovo modo di produrre moda.
Cinque input un modello di business circolare
Uno: nuovi requisiti di progettazione per tessuti e prodotti in pelle nell’ambito dell’iniziativa Eco-design for Sustainable Products.
Due: informazioni più chiare sui prodotti.
Tre: un passaporto digitale dei prodotti.
Quattro: misure per contrastare il greenwashing.
Cinque; azioni per scoraggiare la distruzione degli articoli invenduti o restituiti.
Sono questi i cinque input elaborati a conclusione dell’incontro tra i vertici di CEC, Cotance, Euratex e industriAll Europe. Rappresentano la risposta concreta alla strategia dell’Unione Europea per la sostenibilità, pubblicata dalla Commissione lo scorso 30 marzo”.
L’obiettivo
“La strategia mira a garantire che, entro il 2030, i prodotti dell’ecosistema immessi sul mercato dell’UE siano longevi e riciclabili”. Il tutto, “mentre l’industria passa da un modello di business lineare a uno circolare” spiegano le 4 confederazioni. Le quali, oltre a definire una strategia per quanto riguarda le proprie attività, hanno avanzato anche alcune richieste. Per esempio, l’avvio di “un’azione decisiva da parte degli Stati membri e dell’UE (…) per aiutare i settori industriali di riferimento a decarbonizzare la loro produzione”. Quindi, “a diventare più circolari”. Altro punto caldo: la necessità di “iniziative per garantire che i lavoratori abbiano le giuste competenze per il futuro”, si legge nella nota condivisa.
La transizione green è il nostro DNA, dice la pelle
“La pelle è il miglior esempio di prodotto di economia circolare, in quanto è il risultato del riciclo di un residuo inevitabile della produzione di carne. Così facendo, i conciatori europei creano ricchezza e posti di lavoro per un’intera catena del valore! La “transizione green”? È il nostro DNA! E la pelle può e diventerà ancora più sostenibile, ma questo deve essere fatto di pari passo con le nostre autorità di regolamentazione e le parti interessate” commenta Gustavo Gonzalez-Quijano, segretario generale di Cotance. Carmen Arias, segretario generale di CEC, evidenzia invece che “le aziende di calzature stanno reinventando le loro strategie di business per affrontare lo scenario in rapida evoluzione e gli scenari politici ed economici avversi. La digitalizzazione e la sostenibilità possono fare la differenza nel massimizzare la produzione efficiente dei loro prodotti di alta qualità. Ma sono necessari sia il sostegno pubblico che la consapevolezza dei consumatori. Inoltre, qualsiasi proposta legislativa, per avere successo, dovrebbe considerare la complessità di una scarpa, il suo design, la molteplicità di materiali e processi”.
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