Cotance: l’UE prenda esempio dall’Italia per la norma sulla pelle

24th October 2020: The Leather Decree has become law

Il presidente di Cotance, Andreas Kindermann, non ci gira intorno. Il Decreto Legge licenziato il 28 maggio dal Consiglio dei Ministri è un successo da salutare “con tutto il cuore”, perché “pone fine all’usurpazione della nostra terminologia” da parte di chi vuole “nascondere la vera composizione di altri materiali dietro il nome e la reputazione della pelle”. Per questo ora la sigla che rappresenta a livello comunitario le associazioni nazionali della concia auspica che l’UE prenda esempio dall’Italia per una regolamentazione che armonizzi le leggi nazionali sulla pelle. “La frammentazione del principale mercato mondiale per la pelle e i prodotti in pelle – osserva il segretario generale, Gustavo Gonzalez-Quijano – priva i cittadini di una effettiva protezione contro le pratiche fraudolente”.

L’UE prenda esempio dall’Italia

Adesso è il turno dell’Italia, dicevamo. Portogallo e Ungheria lavorano intanto alle proprie leggi a tutela dell’autenticità di pelle e cuoio, mentre Austria, Belgio, Francia, Lituania e Spagna già le hanno. “Il mio rammarico è che l’UE non garantisca alla pelle la stessa protezione – continua Kindermann – in tutti gli stati membri, mentre lo fa per il tessile e per i prodotti del latte. Ci aspettiamo che la Commissione riconosca il bisogno di un intervento a livello comunitario”.

Fare presto

La questione, per così dire, non è virtuale: secondo Cotance ogni anno le concerie europee perdono 1,7 miliardi, cioè il 20% del loro giro d’affari, a causa della terminologia ingannevole. Alla Commissione, intanto, si offre un’occasione per rimediare. Cotance chiede a Thierry Breton, Commissario europeo per il mercato interno e i servizi, di inserire l’iniziativa tra le misure da licenziare a sostegno dell’industria nella fase post-lockdown.

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