Sanificarle (ulteriormente) non serve. È questa la risposta più sintetica possibile che andrebbe offerta a chi chiede alle concerie ragione della sicurezza dei pellami finiti. Sicurezza nel senso di: certezza che non trasmettano il virus. Oltre la sintesi arriva, però, l’approfondimento del Servizio Ambiente e Capitolati di UNIC – Concerie Italiane che spiega i motivi per cui le pelli finite sono sicure.
Le pelli finite sono sicure
“Oltre a quanto stabilito per le merci in genere, la probabilità di trasmissione dei virus – si legge in una nota UNIC – e, nello specifico, del Coronavirus per le pelli è molto bassa”. Prima di tutto, perché, come affermano “diversi rapporti Covid -19 emessi recentemente dall’ISS” questi virus “sono più suscettibili ai fattori ambientali (temperatura, luce solare, pH, ecc.), oltre che a fattori fisici (grado di disidratazione della matrice) e biologici (antagonismo microbico) rispetto ad altri virus patogeni per l’uomo”. Ma, nello specifico della pelle, UNIC fa un passo in più, fornendo alcune precisazioni.
Ecco i motivi (sono 5)
I motivi, evidenziati da UNIC, per i quali le pelli finite sono sicure sono 5. Il primo: “Le pelli, da grezzo a finito, non rappresentano un substrato idoneo alla moltiplicazione del virus”. Il quale “notoriamente necessita per la sua replicazione di una cellula ospite vitale. Il secondo: “Buona parte dei processi a umido e di asciugatura avvengono a temperature superiori ai 55°C. E per un periodo di tempo sufficientemente lungo per inattivare i virus e il loro potere infettante. Il terzo: “Le condizioni di pH nelle fasi preliminari del processo conciario (calcinaio, macerazione) sono incompatibili con il mantenimento dell’integrità strutturale del Covid-19.”. In altre parole: “Ne compromettono il potere infettivo”. Il quarto: “Laddove siano svolte attività di rifinizione e stiratura, le temperature con cui vengono processate le pelli danneggiano il virus che, cosi, perde la sua capacità infettante”. Il quinto: “Le pelli sono materiali porosi che, anche qualora venissero in contatto con il virus, non lo rilasciano con facilità”.
Ulteriori sicurezze
La certezza della non trasmissibiltà, insomma, è altissima. Anche perché ad essa, “si aggiungono le ulteriori misure adottate nei luoghi di lavoro per la sicurezza dei lavoratori mutuate dai protocolli anti-contagio”. Quindi, conclude UNIC: “Il rischio da Covid-19 è generico, ossia presente in qualsiasi ambiente. Ed è più contenuto nell’ambiente conciario in virtù del particolare processo di lavorazione”. Ne deriva che “la probabilità di presenza del virus sulle pelli è assai bassa e, comunque, laddove presente, il processo lo neutralizzerebbe. Si ritiene pertanto inutile, oltre che dannoso, qualunque trattamento di lavaggio, disinfezione e sanificazione delle pelli finite”.
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