Chen Zhanguang, vicepresidente di CLIA, non ci gira intorno: per la concia cinese il 2022 è stato uno “shock relativamente significativo”. Presentando la prossima edizione di ACLE (All China Leather Exhibition di Shanghai), il manager dell’associazione di categoria ha indicato nei dati di import la principale spia dell’annata critica: tutte le categorie di prodotto hanno registrato risultati in area negativa (con variazioni percentuali spesso in doppia cifra).
Il 2022 per la concia cinese
C’è da dire che la lentezza degli acquisti cinesi condiziona le filiere internazionali e trova riscontri, come dimostrano i dati recenti di CICB e LHCA, anche nei primi mesi del 2023. Ora conosciamo i risultati del 2022. L’import cinese di materia prima conciaria, riporta ILM, è calato del 3,1% in valore (1,35 miliardi di dollari) e del 6,9% in volume (1,21 milioni di tonnellate). Le variazioni sono peggiori guardando le pelli semilavorate e finite. L’import della prima categoria cede il 15,8% in volume (oltre 500.000 tonnellate) e il 18,3% (1,02 miliardi). Mentre quello della seconda categoria fa -24% (49.000 tonnellate) e -18,3% (900 milioni).
Le vendite di filiera
Il 2022 della Cina è stato segnato dalle aperture e soprattutto dalle chiusure a singhiozzo dettate dalla politica Zero Covid. I riflessi si vedono non solo sulla concia, ma su tutta la filiera della pelle e del prodotto in pelle. Secondo le statistiche diffuse da CLIA, le vendite complessive del comparto segnano il -0,1% su base annua. Il fatturato estero aggregato registra 107,5 miliardi (+19,3%), mentre l’import totale è di 17,2 miliardi (-12,3%).
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