In India, la pelle rifiata e cerca di ipotizzare un futuro maggiormente green. CLE (Council of Leather Export) ha diffuso i risultati di un’analisi settoriale che evidenzia segnali di ripresa per l’export di prodotti in pelle. Numeri che fanno ben sperare gli operatori del settore. Nel frattempo, il governo ha annunciato l’avvio di un progetto di sostenibilità per il distretto di Calcutta.
La pelle indiana rifiata
CLE ha diffuso gli ultimi dati disponibili relativi alle esportazioni di prodotti in pelle: mostrano un parziale riallineamento ai livelli pre-Covid. A giugno le aziende del Paese hanno registrato un fatturato pari al 60% del 2019. Ad agosto, però, la percentuale è salita all’83%. Secondo i vertici dell’associazione entro fine settembre i numeri saranno arrivati al 90%. “Il portafoglio di ordini è buono e siamo ottimisti” ha commentato a newindianexpress.com il presidente di CLE, Aqeel Ahmed Panaruna. Le nuove dinamiche dei mercati starebbero spingendo le aziende ad aprirsi maggiormente sul mercato americano.
Un futuro più green
Intanto, il primo ministro Mamata Banerjee ha annunciato l’avvio di un progetto di collaborazione internazionale finalizzato a trovare soluzioni di concia sostenibile. L’iniziativa punta a migliorare la gestione degli scarti di lavorazione fino ad arrivare all’obiettivo “zero rifiuti“. Il progetto sarà finanziato dall’Unione Europea, tanto che prevede anche il rafforzamento dei legami commerciali con il continente. La società olandese Solidaridad lavorerà materialmente al progetto che prevede di ridurre gli effluenti e i rifiuti solidi. Ma anche di riciclare i sottoprodotti creando così nuove opportunità di business e sostentamento per la popolazione.
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