La pandemia è una batosta, del tutto imprevista (e imprevedibile), che segna il 2020 della concia italiana. Ma CRV non ha vinto. Ne è certo Gianni Russo, presidente di UNIC – Concerie Italiane e patron dell’azienda campana Russo di Casandrino. “La coda lunga della pandemia si sentirà ancora per molto – dice al portale Orticalab –. Forza, entusiasmo, consapevolezza e uno spirito sano di competition sono gli ingredienti per uscire dalla crisi”.
CRV non ha vinto
“Nessuno, anche chi dotato della più fervida immaginazione, avrebbe mai pensato di dover affrontare una situazione surreale come questa”. Tornando coi pensieri allo scorso febbraio, Russo riconosce che un colpo come il Coronavirus era imprevedibile. “Siamo stati presi tutti in contropiede. È stato qualcosa di inaudito, ma le nostre capacità imprenditoriali, spiccatamente italiane, sono emerse a tutto campo e siamo riusciti a fronteggiare la pandemia”. Proprio l’estro e il savoir faire mettono la leadership nostrana al sicuro. “La pandemia non avrebbe mai potuto mettere in discussione questo ruolo – continua – dal momento che rappresentiamo il 65% della forza europea”.
Una strana primavera-estate
“Per affrontare la crisi abbiamo, comunque, dovuto dare fondo al portafoglio ordini messo in piedi prima del lockdown – dice Russo, ripercorrendo i mesi di questa strana primavera-estate –. Poi c’è stato un momento di vuoto fisiologico e lì abbiamo sentito maggiormente i denti della crisi. Poi la situazione ha avuto una certa ripresa con la riapertura della Cina e grazie ad una consolidata vendita online”. Non si può ancora dire che il peggio sia alle spalle: “La vera ripresa la percepiremo nel secondo semestre del 2021 – spiega –. Le stime di fine anno ci porteranno ad un meno 25/30% dei ricavi”.
La via da perseguire
“Bisogna perseverare nella ricerca mirata per offrire sempre nuovi prodotti, nuove proposte, ma soprattutto nuovi processi produttivi – dice l’imprenditore napoletano, insignito del titolo di Cavaliere del Lavoro –. La pandemia ci ha insegnato che bisogna migliorare sempre di più gli aspetti legati alla sostenibilità, potenziando il servizio ai clienti, gli scambi da remoto”. Il distretto di Solofra si trova a combattere una battaglia in più sul territorio. “Il Sarno è inquinato, non ci sono dubbi – riconosce Russo –, ma il vero problema è innanzitutto a valle del distretto, dove insistono moltissime industrie conserviere. Insomma, non si può continuare a criminalizzare gli opifici di Solofra”.
Programma mediterraneo
C’è poi “un sogno”, quello di un “distretto mediterraneo”. “È un mio pallino – spiega il presidente UNIC – alimentato anche dai tanti confronti che ho con colleghi spagnoli e francesi. Insieme rappresentiamo circa l’80% della produzione europea. Sono convinto che unioni di questo genere, come una associazione europea dei conciatori con sede a Bruxelles, siano la chiave di volta per il futuro. Ma sono idee e progetti a medio e lungo termine”. Intanto, conclude Russo “UNIC continua a prodigarsi con partnership di grande valore come quella siglata con la Stazione Sperimentale e il Distretto dell’Appennino meridionale. In questo progetto sulla sostenibilità c’è molta coesione e un grosso potenziale fatto di ricerche concrete, consulenze preziose, analisi mirate e confronti sempre proficui. Un dialogo costante che non deve mai mancare»
Nell’immagine, screenshot del portale orticalab.it
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