Il cuoio investe su immagine e mercati, in attesa di un ritorno della suola in pelle

Come reagisce il mondo del cuoio davanti all’ormai destino delle sneakers? Vero Cuoio Italiano, consorzio che rappresenta a livello di distretto l’80% della produzione europea e il 90% di quella italiana, si organizza per diversificare il mercato puntando su nuove frontiere estere e investendo nella promozione. “Abbiamo cercato di esportare il nostro prodotto su nuovi mercati, soprattutto in Paesi asiatici come Cina, Vietnam e Giappone – dichiara il presidente Antonio Quirici, titolare della Bonistalli e Stefanelli – diversificando articoli e mercati”. Il consumo di cuoio da suola è diminuito “ma i brand più importanti usano sempre il nostro per le scarpe di fascia medio-alta, sia in Italia che all’estero”. Il Consorzio sta investendo nella promozione del proprio marchio, Cuoio di Toscana, come dimostra il progetto dello short fashion movie “Niente per caso”, presentato a theMicam e al Festival Internazionale del Cinema di Venezia: “Vorremo portare l’attenzione della filiera e del consumatore su quelle che sono le caratteristiche delle nostre tipologie di cuoio, prodotti di eccellenza e di altissima qualità” conclude Quirici. “La comunicazione serve a far capire che la suola in cuoio non è solo un articolo elitario e di nicchia, ma significa anche comodità e naturalezza da indossare”, aggiunge Michele Matteoli (Conceria Otello), presidente del Consorzio Conciatori di Ponte a Egola. “Bisogna raffinare l’offerta con la qualità e articoli nuovi” chiude Giuseppe Volpi (Volpi Concerie).

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