Un’occasione per rivolgersi al pubblico più giovane della tv italiana. Per parlargli dell’eccellenza circolare della concia italiana. E del Leather Manifesto presentato durante COP26: “Ragazzi, scegliete i materiali naturali e diffidate da quelli sintetici”. I manager di Gruppo Dani sono intervenuti la mattina del 5 gennaio durante Ci vuole un fiore – Italia Green, format di Rai2 per raccontare la transizione ecologica e la sostenibilità attraverso un viaggio nelle eccellenze italiane.
Svelare la concia ai ragazzi
“La pelle è un’arte. È un primato italiano che si riflette nel prodotto finito: scarpe, borse, arredamento, auto – sono le parole del cavaliere Giancarlo Dani (nella foto, a sinistra) –. La pelle è un patrimonio che va conservato e va percepito per quello che è, un prodotto circolare”. Il format di Rai 2, dicevamo, è stato occasione per parlare della concia made in Italy. Per questo Valerio Mazzasette, general manager del gruppo veneto, spiega che la pelle “è il fiore all’occhiello dell’industria italiana”. A proposito di Dani, aggiunge: “Siamo nel distretto della Valle del Chiampo, abbiamo 1.200 collaboratori in quattro stabilimenti, di cui uno in Toscana. Ci impegniamo nella sostenibilità da oltre 10 anni: la nostra parola d’ordine è facciamola, puntando ai risultati con un metodo trasparente”.
In che senso sostenibile
In che senso la pelle italiana è sostenibile e circolare? Lo chiarisce al pubblico di Rai 2 Paolo Valdegamberi, responsabile tecnico area ricerca e sviluppo di Gruppo Dani. “Siamo una conceria a ciclo completo, nonché all’interno di una filiera. Questo ci permette di avere un controllo assoluto del nostro prodotto, dalla materia prima fino alla lavorazione finale: ci prendiamo cura di ogni singolo passaggio, che possiamo certificare e customizzare”. Importante non è solo il passaggio in bottale, ma anche tutto quello che viene prima e dopo: “Riusciamo a produrre lo stesso quantitativo di pelle di qualche anno fa usando il 20% di acqua in meno – continua Valdegamberi –. Depuriamo il 100% dei nostri scarichi, utilizziamo concianti amici dell’ambiente, calcoliamo il nostro impatto ambientale e lo compensiamo con la riforestazione o con progetti di carattere sociale”.
“Scegliete materiali naturali”
Su questi presupposti Giancarlo Dani può tornare al palcoscenico offerto da COP26 al Leather Manifesto e al dibattito sulla sostenibilità dei materiali. “È stata l‘occasione per chiedere alle Nazioni Unite di difendere la conceria e scoraggiare uso di materiali sintetici. Non c’è un secondo pianeta, dobbiamo tutelare il nostro”. L’imprenditore conclude con un’esortazione: “Ragazzi, diffidate da chi vuole vendervi una scarpa in sintetico o un abito che vuole assomigliare alla pelle. Difendiamo i prodotti naturali: non ci sono isole di pelle negli oceani, ma di plastica sì”.
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