Missione romana per UNIC – Concerie Italiane. Il presidente Fabrizio Nuti (a sinistra nella foto), nella giornata di martedì scorso (13 febbraio 2024) ha incontrato il sottosegretario al Ministero delle Imprese e del Made in Italy Massimo Bitonci (al centro). Con lui anche Susanna Ceccardi (a destra), europarlamentare della Lega e membro della Commissione per gli Affari Esteri (AFET).
Un settore strategico, eccellenza del made in Italy
“Un incontro importante – scrive UNIC – per discutere delle numerose tematiche e preoccupazioni che interessano il settore conciario italiano in un momento congiunturale complicato”. Un incontro che, come precisa Bitonci, è stato “importante”, perché ha permesso ai conciatori italiani di far emergere “diverse tematiche legate a questo settore strategico”. Un settore, continua Bitonci, “che rappresenta un’eccellenza del made in Italy e che, purtroppo, si trova ad affrontare diverse sfide, a partire da una serie di inutili adempimenti burocratici imposti dall’Unione Europa”.
Missione romana per UNIC
Il riferimento del sottosegretario è al contesto legislativo comunitario relativo a deforestazione e tracciabilità. Il 6 dicembre 2023 il Parlamento e il Consiglio europei hanno raggiunto l’accordo per il regolamento UE contro la deforestazione. Con l’atto hanno delineato gli oneri per gli importatori di prodotti e commodities da Paesi o regioni considerati a rischio deforestazione. Spetterà a loro dimostrare tramite due diligence, garanzie e certificazioni che non acquistano beni da aree disboscate dopo il dicembre 2020. UNIC – Concerie Italiane e Cotance, si sono battute con tutte le proprie forze affinché la pelle non finisse nel novero dei beni disciplinati dalla norma, ma Bruxelles ha preferito ascoltare le ONG ed è stata sorda alle istanze del settore. La missione romana di UNIC, dunque, ha avuto come primo obiettivo quello di sensibilizzare ulteriormente la politica nazionale su questo argomento.
Le parole del sottosegretario
“Il settore della lavorazione delle pelli italiano (…) rischia di essere affossato dal nuovo regolamento Ue contro la deforestazione. Il provvedimento impone agli operatori che commercializzano nell’Unione alcune materie prime e derivati, come il pellame bovino, di verificare che non provengano da aree in cui si sono verificati fenomeni di deforestazione. Una richiesta – spiega Bitonci – che impone un aggravio di inutile burocrazia a un settore che non solo non danneggia le foreste, ma che anzi recupera e nobilita scarti dell’industria alimentare della carne. Il provvedimento, l’ennesima declinazione della ideologia finto green di Bruxelles, fornisce un assist alle filiere extra europee, mettendo a rischio i distretti conciari di Veneto, Toscana, Lombardia e Campania, i livelli occupazionali e una risorsa fondamentale per i marchi di lusso made in Italy di tutto il mondo. Servono subito interventi a tutela dell’intero comparto“.
Inutili adempimenti burocratici
Nella “serie di inutili adempimenti burocratici” recepiti da Bruxelles citati da Bitonci c’è anche quello, segnalato da UNIC, relativo alla direttiva 2009/103/CE. È quella relativa alla “assicurazione della responsabilità civile risultante dalla circolazione di autoveicoli e il controllo dell’obbligo di assicurare tale responsabilità”. La direttiva introduce, spiega UNIC, “una nuova definizione di veicolo” che ha creato dibattito e caos sul fatto di doverla applicare o meno “anche ai muletti e ai carrelli elevatori”. Quelli con “con funzione abituale di movimentazione di carichi e non di trasporto” dovrebbero essere esclusi. Ma, come sottolinea una nota UNIC, “per ora nessun ente si è ancora espresso ufficialmente. Nel corso dell’incontro avuto Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT), però, è stato confermato che è in corso un’interlocuzione con Confindustria per chiarire la norma ed escluderli esplicitamente dall’applicazione”. C’è stato, poi, un ultimo tema trattato nell’incontro a Roma: l’Industria 5.0 e il modo in cui sostenere le aziende durante questa ulteriore transizione.
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