Si tratta di “valutazioni previsionali parziali”, perché “gli scenari sono in continua evoluzione”. Ma si tratta di stime “necessarie anche per segnalare la gravità della situazione congiunturale della nostra filiera alle autorità di Governo”. Le elabora UNIC – Concerie Italiane in relazione all’impatto dell’emergenza Covid-19 sulla pelle italiana.
Strumenti urgenti
L’emergenza in corso genera l’urgenza di avere a disposizione strumenti immediati. UNIC lo sottolinea spiegando che “l’industria conciaria italiana ritiene assolutamente urgente e necessaria l’attivazione e/o l’ampliamento degli strumenti a disposizione delle imprese”. Due, in particolare. Il primo: “Gli ammortizzatori sociali (CIG in primo luogo)”. Il secondo. “La gestione della flessibilità nell’organizzazione del lavoro a causa delle forti, improvvise e inaspettate flessioni”.
Le stime
UNIC spiega, poi, che “gli effetti del Coronavirus sull’andamento dell’area pelle non sono ancora del tutto quantificabili. Ma alcune stime e considerazioni raccolte sui mercati di destinazione possono già essere condivise”. Eccole: “Secondo le previsioni dei principali brand e analisti monitorati, i danni per le vendite della moda (fascia media e alta) potrebbero arrivare fino a 40 miliardi di euro”. L’automotive, invece, mostra “un consuntivo del -8% di immatricolazioni in Europa a inizio anno” e stima “il -2,5% di vendite globali per il totale 2020”. Sulla conceria italiana, “l’effetto complessivo di questi cali di domanda” combinato “all’espansione degli effetti negativi agli altri settori utilizzatori e ad altre aree nel mondo” porterebbe a perdere una quota di fatturato pari a circa il 10%.
Foto d’archivio La Conceria
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