Essere “capitani della sostenibilità”: il caso Russo di Casandrino

Essere “capitani della sostenibilità”: il caso Russo di Casandrino

La sostenibilità è, prima di ogni procedura, una questione di consapevolezza e, di conseguenza, di responsabilità. Lo sa bene la conceria italiana – sotto il profilo settoriale – e lo sanno fin troppo bene tutte le concerie che – a livello individuale – perseguono in modo continuativo obiettivi green che volano più in alto rispetto alla sola riduzione dell’impatto ambientale. Il caso Russo di Casandrino lo dimostra. “Abbiamo raggiunto la consapevolezza del ruolo cruciale che ricopriamo nell’ambito dell’intera supply chain – dice Marco Monaco, Chief Production Officer e azionista della conceria campana -. Ci sentiamo capitani responsabili della sostenibilità del prodotto pelle e abbiamo il coraggio, la forza e le competenze per farcene carico anche in futuro. Di questo grande impegno e dei risultati da noi finora ottenuti il mercato ne sta prendendo atto e finalmente ci sta premiando”.

Capitani della sostenibilità

“I brand del lusso – continua Monaco – dovranno inevitabilmente premiare e tutelare sempre di più realtà imprenditoriali come la nostra, sane e rispettose dell’ambiente. La consapevolezza del nostro impatto ambientale basata su dati e metodi di calcolo scientifici è solo il primo passo verso un futuro ancora più sostenibile “. In altre parole: la sostenibilità è una scienza, non è un luogo comune assurto a strumento di marketing. “Da 2 anni – da 1 in modo operativo – abbiamo attivato un Team Sostenibilità che coinvolge anche 3 giovani ingegneri specializzati in energia, chimica e tracciabilità, ambiente. Questo team è impegnato continuamente in un’attività che deve permetterci di essere autonomi e titolati per fare audit di secondo livello, per esempio – come stiamo facendo – in relazione a tutti i nostri terzisti”.

Dall’LCA alla Corporate Carbon Footprint

“Per poter dare nuova linfa a una serie di attività virtuose già messe in campo durante l’ultimo decennio – spiega Monaco -, abbiamo deciso, in collaborazione con Spin360, di partire l’anno scorso dalla metodologia Life Cycle Assessment (LCA), per proseguire con la Corporate Carbon Footprint per valutare l’impatto ambientale dell’azienda”. L’approccio che “abbiamo deciso di applicare è strettamente data driven. In ambito LCA ci ha permesso di definire la LCA di tutti gli articoli ovini e bovini prodotti in azienda, in modo da determinare l’impatto di ogni singolo prodotto”. I risultati? “Più bassi della media di mercato dei nostri competitor”. Ecco servito il vero senso della “sostenibilità”: strumento competitivo, non di marketing. In ambito di carbon footprint, “abbiamo calcolato che le nostre emissioni dirette sono pari al 2,1%, mentre quelle indirette raggiungono il 5,6%. Tutto il resto deriva dalla supply chain. È qui che dobbiamo intervenire, partendo dai nostri grezzisti di riferimento”.

 

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Ingegneria green

“Dopo esserci concentrati sulla misurazione dell’impatto del prodotto, abbiamo deciso di estendere l’analisi a tutta l’organizzazione. Nel 2024 abbiamo implementato la seconda fase con un obiettivo chiaro. Stabilire un anno di riferimento per iniziare a ridurre l’impatto ambientale complessivo dell’azienda nel prossimo futuro. Il periodo preso in considerazione è l’anno 2023, in base alla misurazione della Corporate Carbon Footprint (CCF), seguendo le linee guida del GHG Protocol, attraverso gli Scope 1, 2 e 3”. La concia come ingegneria green, dunque.

Strumenti strategici

La visione green di Russo di Casandrino non si esaurisce qui. “Abbiamo completato con successo diversi progetti chiave e ne abbiamo avviati molti altri”, spiega Monaco. Per esempio: “L’installazione di un impianto di cogenerazione (2015), di sistemi di monitoraggio dei consumi energetici (2021) e di campi fotovoltaici per 500 chilowatt di picco. L’azienda ha anche aggiornato la gran parte delle sue linee e dei suoi macchinari in ottica 4.0 e ha introdotto sistemi innovativi di riutilizzo del cascame termico prodotto dal cogeneratore da un lato e sistemi ad infrarossi dall’altro negli elementi di asciugatura di alcune linee di rifinizione. Ad aprile 2024 abbiamo rinnovato la nostra certificazione LWG secondo il protocollo 7.2.4 conseguendo il rating Gold e il prossimo mese avvieremo RESCUE. Si tratta di un progetto innovativo di ricerca finalizzato alla validazione, a livello industriale, dei processi di recupero degli scarti solidi dell’industria conciaria”.

Una questione di engagement

“Una conceria – conclude Monaco – deve avere le idee molto chiare per quanto riguarda la sua visione green. La nostra richiede che, per poterla rispettare e sviluppare al meglio, ci sia il coinvolgimento attivo di tutta l’azienda. Noi, ormai, siamo coinvolti e responsabilizzati a ogni livello. Percorrere questa strada è sicuramente complesso, ma permette di ottenere grandi soddisfazioni”.

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