Germania, VDL può perseguire chi usa a sproposito la parola pelle

Germania, VDL può perseguire chi usa a sproposito la parola pelle

“In città è arrivato il nuovo sceriffo”, si direbbe in un vecchio western. Perché in Germania VDL, l’associazione che rappresenta l’industria nazionale della concia, ha ora la potestà di emettere avvisi legali contro chi usa a sproposito la parola pelle. Vale a dire tutti quei brand e quei fabbricanti vegani che vendono prodotti alternativi (per lo più sintetici), ma che per ragioni di utilità commerciale (loro) li etichettano come pelle, con l’aggiunta di prefissi furbetti come “vegan” o “eco”.

 

 

Chi usa a sproposito la parola pelle

È Cotance, la sigla che rappresenta a Bruxelles la concia europea, a comunicare la novità. VDL è ora tra le associazioni qualificate secondo la legge tedesca per la concorrenza sleale (Gesetz gegen den unlauteren Wettbewerb) a perseguire le aziende che in ambito pubblicitario usano in maniera scorretta la definizione pelle. È un’ottima notizia. Perché, come sottolinea la stessa Cotance, la qualifica di VDL offre la possibilità di riportare la chiarezza sul mercato tedesco. Le vere vittime delle etichette furbastre (proibite in Italia dal cosiddetto Decreto Pelle) non sono solo le concerie, che si vedono far concorrenza sulla terminologia e sul prestigio. Ma i consumatori finali, che sono ingannati con tag tanto suggestivi quanto inappropriati. E che comprano un prodotto immaginando abbia certe qualità (quelle della pelle) che invece non ha e non può avere.

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