Capire il momento che stiamo vivendo e individuare le contromisure a una crisi che, a tutti gli effetti, “è strutturale”. Lo abbiamo fatto durante Lineapelle, insieme al presidente del salone milanese, Gianni Russo (Russo di Casandrino). Seguendo le sue parole, siamo arrivati a definire 3 fattori imprescindibili, oggi, per una conceria che voglia riuscire a gestire la crisi, in attesa di un mercato che deve trovare una nuova dimensione.
È una crisi strutturale
Che tipo di crisi stiamo vivendo da alcuni mesi?
È una crisi strutturale. Dopo aver assistito a 20 anni di crescita a doppia cifra del mondo del lusso, c’è stata una frenata considerevole dei consumi e abbiamo osservato anche il calo nei valori dei titoli dal punto di vista finanziario. Allo stesso modo, abbiamo ascoltato analisti qualificati che ci hanno abituato a enfatizzare forse più del dovuto la valenza del lusso. Idem i media, al punto che oggi assistiamo al fenomeno inverso, con una tendenza generalizzata a giudicare tutto in negativo.
L’atmosfera è pesante…
Molto pesante e incide sul morale dei consumatori. Soprattutto quelli seriali, i fashion victims appartenenti a quella borghesia benestante che ha sempre affollato le boutique e che è frenata nella sua volontà di acquisto. Se poi a tutto ciò aggiungiamo gli aspetti politici di una Cina che non cresce più e che, quindi, non consuma, va da sé che la criticità di questa congiuntura sia davvero molto seria e complessa.
È una bolla, quella del lusso?
Potrebbe esserlo, ma auguriamoci non sia così, perché le bolle hanno tempi tecnici di risoluzione piuttosto lunghi. Noi abbiamo necessità che il sistema si rimetta in modo più velocemente.
I 3 fattori
Quali sono i 3 fattori da mettere in campo per gestire questa situazione?
Per un imprenditore, a maggior ragione per un conciatore, ricerca, progettazione e formazione devono essere elementi imprescindibili. Devono essere i fattori fondamentali su cui puntare per aggirare i momenti più critici di una crisi.
Come si traducono, nel concreto?
Progettazione significa investire nell’innovazione continua di prodotto e nello sviluppo di nuovi articoli. Formazione vuol dire alzare l’asticella culturale all’interno delle proprie aziende. Ricerca, per una conceria, è una vite senza fine. Sono tutte operazioni che in questi momenti di crisi devono essere affrontate con maggiore enfasi. Ne abbiamo necessità, sicuramente più del solito.
Il settore conciario è attrezzato in questo senso?
Il settore conciario italiano è forte e ha dimostrato anche in altre occasioni di saper cadere in piedi. Naturalmente stanno cambiando i parametri. Oggi esistono concerie indipendenti, altre che si sono “schierate”, altre ancora che hanno scelto di farsi “accompagnare” nel loro percorso da fondi. Noi, come Russo di Casandrino, restiamo ancora nel primo gruppo. Per alcuni il futuro da indipendenti non sarà sostenibile. Accetto un po’ controvoglia questa considerazione, ma credo che i 3 fattori citati, combinati con una grande serietà e un servizio ineccepibile, possano fare la differenza anche per una conceria indipendente.
Previsioni
Quando si inizierà a rivedere la luce?
Abbiamo assistito a convegni, non ultimo quello di Mediobanca del 17 settembre, che dipingono la situazione “more black than midnight”. Ritengo che il primo semestre 2025 rimarrà in area negativa e mi auguro che nel secondo possa cambiare l’inerzia.
Quale destinazione di prodotto ripartirà per prima?
La pelletteria, senz’altro. Perché la borsa è e rimarrà l’oggetto del desiderio.
E che tipo di pelle?
Ci sarà una gran voglia di una pelle più naturale, ricca. In questa direzione vanno i 3 elementi di cui dicevo prima. L’insieme di questi fattori porta a migliorare tutto quanto. Il servizio, la sostenibilità e tutto quello che ci stiamo investendo. Una “pelle più pelle” ci permetterà di dimostrare ulteriormente il valore di tutto il nostro lavoro.
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