La popolarità della carne Kobe giova ai prodotti in pelle. Che attirano soprattutto i turisti stranieri che visitano il Giappone. Le vendite di pantofole realizzata con pelle di Kobe stanno andando a gonfie vele. E nel 2019 è nata anche la Kobe Leather Cooperative, che promuove la pelle di Kobe col marchio “Kobe leather”, secondo il concetto di “using after eating” (usare dopo aver mangiato).
Le pantofole best seller
“Gli acquisti da parte di stranieri aumentano grazie alla ripresa del turismo“, afferma a Nikkei Asia Taisuke Nagata, sesta generazione alla guida di Nagata Ryosuke Shoten, negozio di design. Che però sta facendo affari d’oro con le pantofole in Kobe leather. Le vendite di queste pantofole (al prezzo di circa 130 dollari al paio) sono quasi raddoppiate ad agosto scorso rispetto all’anno precedente. Anche nei grandi magazzini come Ginza Mitsukoshi a Tokyo, le vendite di questo articolo sono più che raddoppiate.
La popolarità della carne Kobe
Nonostante la popolarità della carne di manzo di Kobe, la sua pelle non è stata finora utilizzata in modo efficace. Soprattutto perché la pelle residuale da ogni capo di bestiame è piccola e sottile. Pertanto, è stata ritenuta inadatta alla lavorazione. Ma ora i produttori di articoli in pelle vogliono approfittare dell’elevato riconoscimento del nome della carne di manzo tra i buongustai di tutto il mondo.
“Using after eating”
A questo obiettivo punta anche Kobe Leather Cooperative, fondata da giovani imprenditori della città di Kobe nel 2019. Sta promuovendo il marchio Kobe leather, con lo slogan “using after eating” a rimarcare come la pelle sia un sottoprodotto dell’industria alimentare. La cooperativa ha già intrapreso alcune iniziative (una borsa per la scuola chiamata randoseru) e altre sono in programma con uno zaino e la partecipazione a fiere di settore. (mv)
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