In cima al K2 con pellame friulano e scarponi veneti. Furono questi i fidati compagni di viaggio della spedizione italiana guidata da Ardito Desio che nel 1954 conquistò per prima la vetta. A raccontare la storia di questa impresa è Alessandro Boscarino, che oggi presenta il suo volume “K2. Storia della montagna impossibile” alla rassegna culturale Pordenonelegge organizzata nella città friulana. Un libro particolare in cui la storia di questa montagna e degli alpinisti che l’affrontarono si declina attraverso parole e foto d’epoca. Ma anche attraverso mappe con percorsi e indicazioni, proprio a partire da quelle seguite dalla spedizione italiana equipaggiata con scarponi made in Veneto.
Pronti per l’impresa
La Commissione Esecutiva del Consiglio Nazionale delle Ricerche, come racconta Il Gazzettino, valutò quale fosse il cuoio più adatto da utilizzare per realizzare gli scarponi da fornire in dotazione alla squadra di alpinisti italiani. La scelta ricadde su quello lavorato dalla Conceria Presot di Porcia, “il più adatto per leggerezza, flessibilità e impermeabilità”. Presot mise la materia prima a disposizione del calzaturificio Giuseppe Garbuio di Montebelluna. Trentacinque paia di scarpe pesanti e termiche a cui se ne aggiunsero altre 40 per l’avvicinamento e circa 100 da fornire agli sherpa. Il tutto fornito in maniera gratuita, in cambio del proprio nome scritto sui libri di storia e dell’alpinismo mondiale.
Conceria moderna
Da allora, Conceria Presot ha fatto un lungo percorso e oggi è un’azienda dinamica e moderna. “Il nostro obiettivo è quello di limitare sempre più l’impatto ambientale e già oggi l’85% dell’energia che utilizziamo proviene da fonti rinnovabili – spiega a Il Gazzettino Eugenia Presot – e il 100% dei residui della lavorazione viene valorizzato in altri cicli produttivi. Siamo un’azienda a rifiuto zero“.
Immagini tratte da conceriapresot.it