E, insomma, la notizia è questa qua: i brand SMCP dicono, all’unisono, no alle pelli esotiche. L’edizione francese di Fashion Network usa l’espressione “rinunciano” alle pelli esotiche. Bene (insomma). Ma la domanda, a questo punto, è un’altra: Sandro, Maje e Claudie Pierlot, cioè le griffe in questione, quando avrebbero detto sì a coccodrillo, lucertola e rettili in generale?
“No alle pelli esotiche”
Inutile dire che PETA, l’associazione radical-veg, esulta e si intesta i meriti della scelta della holding cinese della moda. Noi de La Conceria ci permettiamo di essere un filino scettici. Un’occhiata veloce al catalogo dei tre brandi ci dice che ora in offerta c’è poco (o meglio dire: niente) in pelle esotica. Di Sandro, ad esempio, possiamo apprezzare sandali goffrati in coccodrillo, ma in realtà in vacchetta e pelli caprine. Oppure pochette come quella della foto (tratta dal sito), 100% vacchetta.
L’uso che se ne faceva
Uno dirà: forse è un limite di questa collezione. O, forse, la presente collezione è stata ideata per transitare già verso “l’exotic – free”. Sarà, ma anche indagando sui siti di second hand market non si trova un granché. La traccia di prodotti in pelle esotica dei brand SMCP è debole. Quindi, le pelli esotiche non avevano peso nell’identità degli stessi marchi. Il dubbio, allora, è che siamo, come tante altre volte, davanti a una strategia più di comunicazione, che industriale. La rinuncia alle pelli esotiche si sbandiera ai quattro venti per accreditarsi in certi ambienti come marchi responsabili. Che poi dal punto di vista pratico la scelta abbia ricadute assolutamente marginali nel proprio lavoro, è una cosa che si fa passare sotto traccia.
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