I conciatori di Solofra si uniscono alla mobilitazione contro la chiusura del Pronto Soccorso dell’Ospedale Landolfi. “È un presidio necessario al distretto industriale e alla nostra comunità – spiega Mario De Maio, socio di DMD Solofra e presidente della Sezione Concia di Confindustria Avellino –. Ci opponiamo alla decisione della Regione Campania di accorparlo al Pronto Soccorso dell’Ospedale Moscati di Avellino”. Per questo le imprese della pelle il 24 giugno partecipano alla mobilitazione trasversale che vedrà tutte le forze sociali di Solofra e dei comuni vicini chiedere il salvataggio del PS del Landolfi.
I conciatori di Solofra si uniscono alla protesta
Alla manifestazione di Solofra partecipano tutte le forze sociali, dicevamo. Ci sono le rappresentanze di imprese, come anche CNA Avellino e Solofra e il consorzio Codeso. Ci sono i commercianti, i sindacati, i gruppi consiliari, le associazioni e i sindaci: quello di Solofra, certo, ma anche i primi cittadini di oltre 15 comuni limitrofi, delle province di Avellino e Salerno. “L’iniziativa è aperta a tutti i cittadini e a tutte le categorie – continua De Maio –. Non ci interessano le polemiche politiche, che spesso diventano strumentali e spiacevoli. Vogliamo far arrivare un messaggio alla Regione e al governatore De Luca. Siamo tra i comuni più popolosi dell’Irpinia, il Pronto Soccorso è un servizio per il distretto e per la comunità. L’ospedale di Avellino è a poco più di 10 chilometri, certo. Ma ha già grandi carichi di lavoro e fatica a garantire prestazioni sanitarie in tempi ragionevoli”.
La chiusura del PS
La chiusura del Pronto Soccorso del Landolfi di Solofra è stato disposto dalla Regione Campania con la delibera 201 dello scorso 19 maggio. Contro la stessa delibera ora c’è un ricorso al TAR promosso dal Comune di Solofra. “Capiamo che ci siano parametri nazionali da rispettare e che quindi la riorganizzazione dei reparti dell’Ospedale sia necessaria – conclude De Maio –. Ma il Pronto Soccorso è fondamentale. Se la manifestazione del 24 giugno non fosse sufficiente a far tornare la giunta regionale sui suoi passi, siamo pronti a continuare la nostra battaglia, portandola fino a Roma, dove il ministro della Salute Roberto Speranza ci dovrà ascoltare”.
Foto da Google Maps
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