Il Bangladesh sdogana l’export di wet blue. Con l’imminente celebrazione dell’Eid-ul-Adha, il Paese asiatico ha deciso di consentire per la prima volta la possibilità di esportare pellame semilavorato. L’autorizzazione riguarda solamente 5 società che potranno vendere per 1 solo anno una quantità limitata di pelli. Gli imprenditori del settore temono, però, che la decisione non aiuterà il sistema ma, anzi, lo metterà in difficoltà.
Il Bangladesh sdogana l’export di wet blue
Il governo del Bangladesh ha concesso per la prima volta nella storia di esportare wet blue. Lo potranno fare solo le seguenti aziende: ASK Investment, Kader Leather Complex Ltd, Amin Tannery Ltd, Leather Industries of Bangladesh Ltd e Kalam Brothers. Ma anche loro dovranno rispettare condizioni ben precise: non potranno superare i 2 milioni di piedi quadri ciascuna. Non solo: l’autorizzazione durerà solamente 1 anno. Come riporta newagebd.net, le pelli potranno arrivare in Unione Europea, Russia, Ucraina, Cina, Hong Kong, Corea, Vietnam e Giappone fino al 30 giugno 2022.
Gli obiettivi
La decisione, dicono a Dacca, serve a contrastare il drastico calo dei prezzi delle pelli grezze registrato nel 2020. Ma come, spiega a dhakatribune.com Sha Md Abu Raihan Alberuni (Bangladesh Trade and Tariff Commission), c’è di più. Per esempio, “lo scopo di questa decisione temporanea è anche cercare di smontare alcune problematiche sindacali che hanno effetti negativi sul settore”. Gli imprenditori del settore, però, hanno manifestato timori.
Eid-ul-Adha
Il governo ha aperto alle esportazioni proprio a ridosso dell’Eid-ul-Adha. Per questo i conciatori temono che l’approvvigionamento interno di materia prima possa diventare difficile. “La pelle wet blue finisce per circa il 50% all’industria calzaturiera nazionale. Se la tendenza all’export dovesse aumentare, dovremmo tornare a importare materia prima” dice Shawkat Ullah, segretario generale di BTA (Bangladesh Tanners Association). Tuttavia, negli ultimi due anni, a causa di difficoltà economiche, nessuno ha raccolto migliaia di pelli, che sono marcite lungo le strade o, nel migliore dei casi, conferite in discarica. Uno spreco enorme che solo l’industria conciaria può evitare.
Leggi anche: