A misure protezionistiche sulla pelle e la materia prima conciaria siamo abituati. Ma con la minaccia di proibire l’import di prodotti in pelle di tutti i tipi, il presidente del Kenya inaugura un nuovo fronte delle barriere doganali. Parlando in pubblico, William Ruto (in foto) ha promesso di arrivare al ban totale entro due anni.
Proibire l’import di prodotti in pelle
La premessa logica di Ruto è: il Kenya vanta il terzo patrimonio di bestiame dell’Africa, eppure non è in grado di sfruttare economicamente uno dei sottoprodotti della carne. “Bandiremo l’import di prodotti in pelle: faremo i nostri – è la promessa del presidente, che rimbalza dalle colonne della stampa locale –. Anziché lavorarla, usiamo la pelle grezza come cibo per cani. Poi dipendiamo dalle importazioni estere. È costoso, è ingiusto”. Ruto non spiega in che termini si articolerà il bando o a che incentivi alla manifattura nazionale sarà legato, ma si dice certo di poter costruire intorno alla filiera della pelle lavoro e benessere per il proprio Paese: “Non c’è niente di miracoloso nei prodotti di importazione – conclude –, provengono dalle stesse mucche”.
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