Cambia la moda, cambia il modo di interpretare la moda, cambia il modo di selezionare la pelle. Liz Alessi, vicepresidente con delega al Materials Development per Coach, ci definisce il senso, oggi, della pelle, in un mercato attento al processo e alle prestazioni, quanto al fashion. E ci spiega, anche, che la griffe USA (che fa parte del gruppo Tapestry) acquista “il 40-50% della pelle in Italia. Qui le aziende sono innovative nel modo di pensare e di risolvere i problemi”.
Cosa ci ricorderemo del 2020?
Abbiamo pubblicato l’intervista a Liz Alessi sull’ultimo numero 2019 del mensile La Conceria, all’interno di un lunga storia di copertina molto particolare. Essendo l’ultimo numero dell’anno, abbiamo evitato (per quanto possibile) di stilare un bilancio del 2019. Ci siamo, cambiando piano temporale, portati avanti di 12 mesi chiedendoci: cosa ci ricorderemo del 2020?
Solo la pelle è meglio della pelle
Sulla pelle, Liza Alessi, ha le idee molto chiare. “C’è molta disinformazione, oggi, sulla pelle – riconosce il vicepresidente di Coach -. La pelle in sé è naturale, sostenibile e parte integrante dell’economia circolare e delle fonti rinnovabili. L’uso della pelle al posto della plastica è la chiave di volta. È disruptive, se messa a confronto col fast fashion”.
Per leggere l’intervista integrale a Liz Alessi e scoprire il senso di Coach per la pelle, clicca qui.
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