L’obiettivo, dicono da Masoni Industria Conciaria, è ben chiaro. “Assottigliare, fino ad abbattere del tutto, quel muro di pregiudizi e non detto che impedisce il totale raggiungimento della parità di genere nel mondo del lavoro”. Un passo in questa direzione è, dunque, la sua ultima scelta di welfare, a favore delle “dipendenti che soffrono di dismenorrea invalidante”.
Il welfare di Masoni
Nel concreto, si tratta del “riconoscimento di 5 giorni di permessi retribuiti alle proprie dipendenti che soffrono di dismenorrea invalidante”. Questa decisione, dice la conceria toscana partecipata (dal 2019) da LVMH Métiers d’Art, è stata “presa in totale autonomia”. E “si pone all’avanguardia in un tema come ben sappiamo molto dibattuto, ma ritenuto di secondaria importanza e purtroppo, aggiungiamo, ancora considerato tabù. È infatti un diritto riconosciuto assentarsi dal lavoro pur continuando a essere retribuiti a patto di dimostrare lo stato di malattia con un certificato medico. Ma se sei una donna e soffri di dismenorrea – ovvero hai un ciclo mestruale particolarmente doloroso – questo diritto non vale”.
Un diritto (molto) poco riconosciuto
“In realtà – continua la nota di Masoni – una donna su quattro soffre di questa patologia e in alcuni casi i dolori sono così forti da impedire le normali attività quotidiane. In Europa solo la Spagna ha da poco riconosciuto questo diritto e con lei pochissimi altri Paesi al mondo”. Con l’inserimento di questo benefit, “Masoni diventa la seconda azienda privata in Italia a riconoscere il congedo retribuito per dismenorrea”.
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