In Ruanda ci riprovano e progettano un leather park a Bugesera

In Ruanda ci riprovano e progettano un leather park a Bugesera

Creare un parco conciario nella zona economica speciale di Bugesera, in Ruanda al confine con il Burundi. A dare l’annuncio, ripreso da NewTimes.co.rw, è Fred Mugabe (direttore generale promozione dell’industria e dello sviluppo imprenditoriale presso il Ministero del Commercio e dell’Industria). Il progetto si inserisce nel solco di quanto già avviato nel 2021. Allora il governo ruandese puntava a sviluppare quest’area del Paese, dove già sorge una conceria, vicina a corsi d’acqua e al lago Rweru. Obiettivo: ridurre le importazioni di pelli conciate e rilanciare il settore locale della pelle. In Ruanda, dunque, ci riprovano. Riusciranno, questa volta, a dare seguito al progetto di creare un leather park?

In Ruanda ci riprovano

All’epoca scarseggiarono gli investitori, mentre oggi è stato già identificato il sito di interesse e redatto un business plan. Per gli impianti, però, servono 15,1 milioni di dollari e la diplomazia ruandese è al lavoro per trovare gli investitori. “Stiamo anche collaborando con la Banca Africana di Sviluppo (AfDB)- ricorda Fred Mugabe -. L’istituto ha accettato di finanziare studi di fattibilità più ampi per il parco, necessari per validare i requisiti ingegneristici e strategici per le potenziali fonti di finanziamento”.

 

In Ruanda ci riprovano e progettano un leather park a BugeseraIn Ruanda ci riprovano e progettano un leather park a Bugesera

 

Più pelle conciata

L’istituzione del parco conciario a Bugesera dovrebbe essere il primo passo per incrementare la disponibilità di pelle conciata per ridurre le importazioni da Cina e dall’Africa Orientale, in particolare Kenya e Uganda. Oggi, come ricorda Junis Mukanyandwi, produttore ruandese di articoli in pelle, “facciamo affidamento sulle importazioni perché è l’unico modo per accedere a diverse tipologie di pelle. La maggior parte delle pelli conciate provengono dal Kenya, mentre altri materiali provengono dalla Cina. Anche se a Bugesera c’è una conceria, i prezzi sono più alti e il mercato locale non sempre offre le varietà o la qualità di cui abbiamo bisogno, a seconda del tipo di scarpe che vogliamo produrre”.

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