In un’antica sacca di pelle la prova che gli sciamani andini usavano gli allucinogeni già mille anni fa

Quando gli studiosi della Penn State University si sono imbattuti nel manufatto, lo hanno inizialmente scambiato per un mocassino di cuoio. La grotta sulle Ande boliviane nella quale conducevano la ricerca è un antico sepolcro dove per secoli i tombaroli si sono avventurati per saccheggiare i corredi funebri, lasciando alle spalle solo gli oggetti considerati di poco valore. Solo in un secondo momento gli studiosi dell’ateneo statunitense hanno compreso che l’accessorio in pelle è in realtà una sacca contenente gli strumenti rituali di uno sciamano, come spatole in osso di lama, piccole pipe e un borsello realizzato cucendo insieme i musi di tre volpi. Mentre l’analisi al radiocarbonio dei materiali ha permesso di datare il corredo tra il 900 e il 1170, quella chimica ha permesso di ricostruirne il contenuto: e questo ha trasformato la scoperta da ottima in eccezionale. Il necessaire dello sciamano comprendeva, riepiloga il National Geographic, varie sostanze psicoattive, incluse quelle utili alla produzione dell’ayahuasca: la sacca potrebbe essere la prima prova, preziosa per quanto non risolutiva, per datare l’inizio del consumo della bevanda allucinogena in Sud America.

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