Se la ripresa del mercato della moda ripartirà – come in molti dicono – proprio dalla punta dell’iceberg, vale a dire dall’alto di gamma, la nicchia delle pelli esotiche potrebbe essere la prima a veder la luce in fondo al tunnel. Sì, perché nella polarizzazione del mercato del lusso, l’utilizzo di coccodrillo, rettili e struzzo rappresenta un fattore di posizionamento in una fascia alta (potremmo dire altissima). Rifuggendo la categorizzazione di lusso accessibile, per abbracciare una fetta di mercato raggiungibile dai luxury customer che non sono intaccati dalle oscillazioni congiunturali.
Overproduction e nicchia pregiata
“Il mercato del coccodrillo è sempre stato altalenante. Siamo abituati da 30 anni così – ci racconta dal suo stand a Lineapelle 104 l’azienda Classic Leather (Fucecchio), specializzata in alligatore –. Il problema è che nella ripresa dopo il Covid, ne hanno prodotto talmente tanto di coccodrillo che non riescono a smaltirlo. C’è troppa merce in magazzino”. Lo scenario attuale non è dei migliori nemmeno per la nicchia dei pregiati. “Lo stile è sempre alla ricerca, il nostro campionario è piaciuto, ma da qui a ricevere ordini è un’incognita”, continuano dall’azienda toscana.
Pelli esotiche tra ripresa e incognite
Dagli uffici acquisti dei brand la voce che arriva è che per la ripresa occorre attendere il 2025. “La sensazione è marzo, non prima. Se fosse novembre sarebbe un problema – ci ha detto Leonardo Traversi, Chief Executive Officer della conceria La Patrie (Ponte A Egola, San Miniato) –. Questo è l’auspicio. Qualche piccola nuova idea si vede. Un periodo come questo non si è mai affrontato precedentemente nella storia. È difficile fare previsioni”. “Bisogna vedere le nuove normative come influiranno sul mercato – aggiunge l’imprenditore -. Tante nuove richieste potranno essere supportate solo da grandi aziende con canali di fornitura ben strutturati”. Tra le idee nuove e i nuovi scenari di business c’è anche la pelle di struzzo (come avevamo già scritto qui: https://www.laconceria.it/lusso/la-pelle-di-struzzo-sta-tornando-alla-ribalta-scrive-grazia/). “Abbiamo puntato tanto sullo struzzo come novità. Come materiale da affiancare all’alligatore per aprire un nuovo mercato”, ci dicono ancora da La Patrie. Si pronostica il riassetto degli ordini su numeri più contenuti rispetto agli ultimi anni. Si produrrà cercando l’high quality, ma probabilmente con numeri più piccoli.
Mercati esteri
L’ago della bilancia del mercato globale continua ad essere l’Asia (sia nella pelletteria che nel settore dei cinturini). “Una ripresa di quel mercato asiatico significherebbe un’accelerazione per tutti”, commenta ancora Traversi. “Sono fermi i brand più piccoli che lavoravano con la Russia – ci raccontano da Classic Leather –, perché c’è un limite di spesa di importazione dall’estero e per i prodotti con pelli pregiate questo è un grosso freno. È un peccato perché le richieste ci sarebbero”. (mvg)
Foto da Italrettili
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