Resta caldissima e di stretta attualità la complessa situazione delle concerie indiane. Da un lato, il governo ha annunciato la possibile (e prossima) ripresa delle attività nel distretto di Kanpur. Dall’altro, per le aziende di Jalandhar è in arrivo una nuova tegola: uno stop imposto dalle autorità. I motivi, in entrambi i casi, sono legati all’inquinamento dei corsi d’acqua.
Scarichi ripuliti a Kanpur
Dopo un lungo periodo di inattività forzata, per le concerie di Kanpur la situazione sembra essersi normalizzata. Tutti i problemi legati agli inquinanti presenti nel Gange sarebbero risolti o in via di risoluzione. Come riporta Times of India, i tecnici del Dipartimento di Ingegneria della Sanità Pubblica dovrebbero completare a breve la pulizia della rete fognaria. A quel punto dovrebbe arrivare l’ok alla ripresa delle attività. Data prevista: 15 novembre.
128 concerie
Ad attendere il via libera sono 128 concerie. Le uniche a cui è stato consentito di tornare a lavorare la scorsa primavera dopo lo stop imposto a 268 aziende. Un mese fa queste concerie (in regola con i nuovi criteri fissati per gli scarichi industriali) hanno dovuto nuovamente fermarsi perché l’impianto di depurazione non era a pieno regime. La causa: le condizioni inadeguate della rete fognaria. Risultato: le concerie scaricavano direttamente nel Gange. Ora, come ha spiegato il magistrato distrettuale Vijai Vishaws Pant, il problema sarebbe stato risolto.
Jalandhar sotto scacco
Tira, invece, una brutta aria nel distretto di Jalandar, nello Stato del Punjab. Le autorità locali e l’Haryana High Court hanno ordinato la chiusura di tutte le concerie a tempo indeterminato. Lo stop, hanno spiegato i magistrati, resterà infatti in vigore finché non sarà chiarito con dati certificati che le aziende rispettano le norme sull’ambiente, datate 1986.
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