India, i player della pelle si dividono sul nuovo dazio all’import

India, i player della pelle si dividono sul nuovo dazio all'import

La concia indiana ha piani di crescita. Ma farlo non sarà né semplice né veloce. Il governo prevede l’introduzione di un nuovo dazio sulle importazioni di pelli grezze e lavorate. La misura punta a sostenere la produzione interna, tuttavia il mondo calzaturiero e quello della pelletteria non nasconde i propri timori.

Nuovo dazio

Il governo ha presentato nelle scorse ore l’Union budget per il 2021, il documento corrispondente alla nostra legge Finanziaria. Vi si trova un’importante novità che tocca la filiera della pelle. Il ministro delle Finanze Nirmala Sitharam ha proposto l’imposizione di un dazio doganale del 10% sull’import di “pelle conciata wet blue, crosta, pelle finita di tutti i tipi”. Un balzello importante che finora non era previsto. L’obiettivo dichiarato è quello di sostenere la produzione nazionale. Tuttavia non mancano i timori.

In Bengala esultano

I conciatori del distretto del Bengala hanno accolto molto positivamente la notizia. “La decisione del governo aiuterà i proprietari delle concerie del nostro Stato – spiega il presidente del Council of Leather Exports, Ramesh Juneja, a timesofindia.indiatimes.com -. Qui produciamo sia grezzo, che semilavorato che pelle finita”. Il Bengala è infatti il centro di maggior produzione ed esportazione di articoli in pelle dell’intera India, con il 50% del mercato. Ma conta anche buona parte delle concerie. Delle circa 2.000 presenti nel Paese, 538 sorgono in quest’area. Inoltre ci sono anche 230 calzaturifici e più di 400 aziende di pelletteria.

I timori

I produttori di calzature, accessori e abbigliamento temono possibili risvolti negativi. Parlando a business-standard.com, l’imprenditore Harkirat Singh sostiene di “accogliere con favore l’intenzione dell’autosufficienza indiana”. Ciononostante, la misura “potrebbe portare a un aumento dei costi fino a quando non riusciremo a trovare un hub di approvvigionamento alternativo, senza compromettere i nostri standard di qualità”. L’incremento dei costi, concorda il collega Ashish Jain, CEO di Iatric Industries, “renderebbe le cose difficili per le esportazioni“. Insomma, prima di godere dei vantaggi di questa misura bisognerà attendere che la produzione interna soddisfi non solo la domanda in termini di quantità ma anche di qualità. (art)

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