Dal suo insediamento, la pulizia del fiume sacro agli Indù, il progetto “Namami Gange”, è uno degli obiettivi di punta del governo Modi (nella foto). Inseguendo questo obiettivo, Nuova Delhi (così come i governi locali gestiti dallo stesso partito espressione del premier) non ha lesinato bastonate alla filiera conciaria. Peccato che i risultati tardino ad arrivare. Come riporta India Today, il Ministero per il Ringiovanimento del Gange (sic) ha commissionato delle campionature delle acque del fiume: i risultati delle analisi (presenza di batteri e ossigenazione, ad esempio) sono negativi. Le autorità cominciano ad ammettere che i problemi del Gange dipendono più dagli scarichi dei centri abitati che il fiume attraversa nel suo percorso, che dagli insediamenti industriali. Intanto “delle 400 concerie attive a Kanpur, almeno la metà hanno chiuso i battenti negli ultimi anni”, ricorda il pezzo. Invano, verrebbe da aggiungere.
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